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Tennis, Panatta: “Djokovic non può mentire, poteva vaccinarsi”

Adriano Panatta premiato agli Internazionali BNL d'Italia - Foto Antonio Fraioli
Non sono d’accordo sulla sua esenzione, Djokovic è il più forte giocatore del mondo e muove molto denaro, ma questo non toglie che lui debba rispettare i regolamenti: come il numero 2, il 3, il 4 e tutti quelli del tabellone“. Così Adriano Panatta ha commentato ai microfoni di “Radio Anch’io” il caso del tennista serbo, in attesa della decisione del governo australiano per poter partecipare agli Australian Open 2022. “Non sono un colpevolista – ha aggiunto Panatta –, se lui dimostra che la documentazione che ha portato è corretta, dimostra la sua buona fede, che giochi. Però non si può mentire: vedo che ora dà la colpa al suo staff, ma sapete quante persone ha nello staff? È difficile sbagliare una dichiarazione su una cosa fatta un mese fa, è strana questa cosa“. Djokovic ha infatti ammesso di aver concesso un’intervista pur sapendo di essere positivo al Covid-19 e anche di aver dichiarato il falso nel modulo di ingresso in Australia.

Djokovic dovrebbe essere un esempio come Diego Armando Maradona? Diego è stato straordinario, un fuoriclasse sul campo. Fuori dal campo ha lasciato un pochino a desiderare -sottolinea Panatta-. Sono tutto tranne che moralista, spero di essere giusto. Djokovic si è comportato in maniera un po’ troppo disinvolta, si sentiva un po’ in difetto e sperava che la sua condizione lo potesse aiutare. Ma di questa cosa non se ne può più, giocasse o non giocasse. È un torneo di tennis, non mettiamola sul discorso politico“. “Questi sono, io ero, dei ragazzi in mutande che giocano con le pallette, e pensano di essere più importanti di Gino Strada. Non prendiamoci troppo sul serio altrimenti diventiamo ridicoli. Ha ragione Nadal, poteva vaccinarsi. E l’Australia ha fatto un casino” ha concluso Panatta.

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