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Hanno dominato (insieme al Milan e allo sporadico intervento di altre invitate) per un secolo abbondante il calcio italiano, ma si sfidano in una partita che mette in palio un trofeo soltanto per la quarta volta in assoluto. La Supercoppa Italiana tra Inter e Juventus è, incredibile ma vero, soltanto il quarto incrocio di peso tra le rivali di sempre. Due derby d’Italia in Coppa Italia, due nella sfida, considerata spesso un vernissage abbastanza inutile, un’esibizione di cui si può fare a meno, specie in una collocazione intermedia nella stagione. La prima e l’ultima volta in Supercoppa, nel 2005: Veron regalò la vittoria ai nerazzurri, dunque i bianconeri cercano la rivincita nella tana dei rivali, in un San Siro che torna sede dopo dieci anni e si conferma lo stadio maggiormente utilizzato per questa competizione che dura novanta minuti (più eventuali supplementari e rigori).
La Vecchia Signora, poi, può recriminare: in nove anni di partecipazioni consecutive, questa è la decima di fila, non ha mai giocato in casa a Torino, come in teoria è previsto nel regolamento per chi vince lo scudetto. L’Inter conquista il campionato e gioca in casa, ma è una coincidenza e non è certo questo che sposterà gli equilibri, quanto piuttosto il già palese dislivello tra le due squadre – gioco, convinzioni, qualità, mentre il morale dopo domenica è a mille per entrambe – oltre alle tantissime assenze tra le fila della Juve. Manca Chiesa che si è rotto il crociato, non ci saranno nemmeno Cuadrado e De Ligt per squalifica (una regola, quella che mixa campionato e Supercoppa per i provvedimenti disciplinari, assolutamente da rivedere). Tornano però Bonucci e Chiellini, la coppia degli Europei, i ministri della difesa. Davanti, però, Inzaghi ha Lautaro Martinez che ha fame di trovare il primo gol nel 2022, così come Dzeko che dopo il Covid è pronto anche a mettere alle spalle – di Perin, al posto di Szczesny che non ci sarà causa assenza green pass – un pallone.
Insomma, favoritissima la squadra che guarda tutti dall’alto in campionato, ma contro Allegri mai dire mai: è abituato a vincere, ma anche a perdere contro il tecnico piacentino, che diventerebbe peraltro l’allenatore ad aver vinto più finali contro la Juve. In ogni caso, sarà una partita bellissima dal punto di vista di rivalità ed emozioni: sarà anche l’ultima di un certo livello, almeno fino a fine mese, a usufruire di una cornice di pubblico quantomeno decente. In attesa di tempi migliori, Inter e Juventus si giocano il primo trofeo stagionale e la stagione potrebbe prendere un’altra piega.
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