Juan Monaco conquista il titolo degli U.S. Men’s Clay Court Championships, torneo Atp 250 dalla tradizione antichissima, che dal 2001 si disputa nella città di Houston, in Texas. L’argentino ha sconfitto in rimonta il campione dell’edizione passata, la testa di serie numero 4 Jack Sock, col risultato di 3-6, 6-3, 7-5. Settimana da incorniciare per il tennista di Tandil, che dagli ottavi di finale in poi ha sconfitto tutte le teste di serie comprese tra la numero 2 e la 5. Nono sigillo in carriera (e secondo in Texas), torna a sollevare un trofeo dopo quasi tre anni (ultima affermazione a Dusseldorf nel 2013).
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A inizio match Sock parte a razzo, si aggiudica 8 dei primi 9 punti, e sale 2 a 0 strappando il servizio all’avversario. La reazione dell’argentino non si fa attendere, il contro-break è immediato grazie a un dritto mal colpito dall’americano. Entrambi commettono parecchi errori, ma il tennista del Nebraska aggiusta la mira con il dritto e, dopo un altro break conquistato, stavolta mette tre game di distanza tra sé e il suo avversario. “Pico”, che a causa dei sei mesi di stop è sprofondato al numero 148 del mondo, fatica a tamponare la pesantezza di colpi dell’avversario, devastante quando ha il tempo di girarsi e colpire con il dritto anomalo. In più, Sock dimostra di aver acquisito enormi vantaggi dalla continua pratica del doppio (peraltro con risultati brillanti). Cambia angoli e velocità del servizio a suo piacimento, e non disdegna il ricorso al serve and volley, anche in situazioni di punteggio precarie. Sul 5-3, serve per portare a casa il primo set, e chiude il game a 15 col primo ace della sua partita.
Monaco sembra accusare fastidio alla schiena, abbondantemente massaggiata nel corso del medical time-out invocato tra primo e secondo parziale. Ma, alla ripresa, il tennista di Tandil appare rigenerato. Sock si salva nel secondo game da 0-30, ma nel successivo turno di battuta il dritto lo abbandona, e due errori nel corso dello scambio consentono a Monaco di salire 3-1. L’argentino è decisamente entrato in partita, non sbaglia più e i suoi colpi hanno acquistato maggior profondità. Il medico interviene anche sulla panchina del campione in carica, un rapido massaggio al gomito destro e al cambio di campo altre due palle break da fronteggiare. Si salva, ma non può evitare il terzo set quando il suo avversario serve sul 5-3 e chiude il game con un rovescio lungo-linea sulla riga. 6-3 da una parte, 6-3 dall’altra, con la sensazione che la partita sia profondamente cambiata nel secondo set. Monaco ha iniziato a giocare una partita, con un chiaro piano strategico in mente. Sock gioca dei punti, trovando spettacolari soluzioni vincenti, ma senza un apparente disegno tattico.
Sensazione confermata a inizio terzo set, quando l’argentino strappa immediatamente il servizio all’avversario. A livello fisico non c’è partita. Monaco è agile e pimpante, Sock sembra a corto di energie. L’apparente colpo di grazia nel quinto game: l’americano è avanti 40-0, gioca qualche palla corta senza senso e Monaco conquista il game, ormai lanciato verso la vittoria finale. Ma il tennis è lo sport del diavolo, Sock chiama il medical time-out al cambio di campo, riceve a sua volta un massaggio alla schiena, e riagguanta clamorosamente il suo avversario sul 4-4. Il finale è thriller. Il campione dell’edizione passata annulla altre due palle break, al termine di ogni punto si accoscia dolorante, ma raggiunge la sedia al cambio campo avanti 5-4. Sul 5 pari, però, la schiena si blocca definitivamente. Alla terza palla break da fronteggiare, il dolore lo costringe a servire la seconda palla da sotto, in stile Chang al Roland Garros dell’89. Doppio fallo e break. Sock gioca da fermo il game successivo, Monaco può finalmente esultare dopo 2 ore e 19 minuti di continui capovolgimenti di fronte.
Quest’incredibile vittoria consente al 32enne di Tandil di rientrare nei primi 100 giocatori del mondo, guadagnando addirittura 62 posizioni in classifica (dalla 148esima alla 86esima). Domenica da incorniciare per il tennis argentino. Già nel pomeriggio infatti, Federico Delbonis aveva conquistato il suo secondo titolo in carriera, sconfiggendo Borna Coric a Marrakech.