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Andre Agassi si racconta in un’interessante intervista sulle colonne del Corriere della Sera di giovedì 19 luglio. L’ex tennista americano ha concesso una lunga chiacchierata a Marco Imarisio durante lo scorso Wimbledon ritornando ovviamente sul suo tormentato passato. “La più grande decisione che un padre deve prendere nella propria è definire il concetto di successo. E per i suoi figli, che devono avere una via d’uscita, devono avere il diritto di pensarci da soli – ha raccontato – L’unico consiglio che posso dare a un genitore è che bisogna scegliere bene la propria idea di successo, e di sceglierla con saggezza. Perché determinerà tutto quello che viene dopo e la relazione con le persone più care, con il sangue del proprio sangue”.
Agassi parla poi del rapporto con il proprio padre, raccontato in “Open”: “Provo compassione e comprensione. Per lui è tutto uguale. Non ha mai cambiato idea, non ha mai accettato il mio dolore. Quando lo chiamai dopo la vittoria a Wimbledon nel 1992, mi disse “non c’era alcuna ragione perché tu perdessi quel quarto set”. Certe volte mi sveglio di notte pensandoci ancora”.
“Di chi è la colpa? – ha proseguito – Puoi darla a chi vuoi. Ma il risultato è che alla fine nessuno ha idea dei danni che fa alle persone che gli stanno intorno. I bambini sono gli unici che non hanno una voce. Sono vittime silenziose delle nostre follie di uomini. Dovremmo pensare solo alla loro felicità, non alla nostra”.
In chiusura, Agassi parla dell’importanza di Steffi Graf al suo fianco: “L’ultima parte della mia carriera è stata la parte più piacevole. Lei vive solo nel presente, quando giocava era concentrata su ogni aspetto del tennis. Ora le importa solo della nostra vita di oggi”.