Tennis

Rafael Nadal: “Mi piacerebbe arrivare a Tokyo 2020. I 19 slam di Roger? Per ora non è un obiettivo”

Rafael Nadal, Us Open 2017 - Foto Ray Giubilo

Il 2017 ha rappresentato l’ennesima rinascita per Rafa Nadal, che quasi certamente chiuderà l’anno da numero uno del mondo e con altri due Slam in bacheca. Il maiorchino però pensa già anche al futuro, come dimostra l’intervista rilasciata in Spagna a “El Espanol”, in cui Nadal si esprime su alcune interessanti questioni.

Il mancino di Manacor ha innanzitutto fatto chiarezza sulla situazione interna al proprio team, adesso che lo zio Toni si dedicherà completamente all’Accademia inaugurata lo scorso anno insieme al rivale e amico Roger Federer. Confermatissimo Carlos Moya, che sarà ancora nell’angolo di Nadal: “Con Carlos abbiamo cambiato il modo di allenarci, non è stato semplice apportare queste modifiche dopo tanti anni con la stessa routine. Però quando arriva qualcuno di nuovo sei più incline ad ascoltarlo: lui aveva delle idee diverse e più specifiche. I risultati ci danno ragione: si è creato un ottimo team e anche per Toni è stato più facile con l’aiuto di Carlos.”

Nadal apre anche alla possibilità di nuovi ingressi nel suo staff. Questo perchè Moya non potrà seguirlo sempre, così come Toni che sarà sempre meno presente. “Ci penserò a fine stagione quando organizzeremo tutto, comunque all’Accademia ci sono tantissime persone molto preparate che potrebbero darmi una mano. Ma credo anche che avessi bisgono di Toni, lui accetterebbe di accompagnarmi per alcune settimane.

E per il futuro, che Nadal dobbiamo aspettarci? Coach in viaggio per i tornei o maestro nell’Accademia? Per il momento lo spagnolo sembra decisamente più orientato verso la seconda opzione: “In questo momento non posso pensarci, ma non so se sarei bravo ad allenare. Mi vedo di più a dare una mano ai giovani, ma non escludo nulla perchè anche alcuni giocatori del passato non credevano di essere bravi ad allenare per poi rivelarsi ottimi coach. Sono scelte che affronterò tra qualche anno.”

Inevitabile dunque anche parlare del ritiro, momento che si avvicina inesorabilmente. A tal proposito Nadal ha fissato un obiettivo e ne ha declinato un altro: “Le Olimpiadi del 2024 si terranno al Roland Garros? Sì, è vero. Ma dovrei andarci da allenatore! – ha affermato ridendo lo spagnolo – Mancano ancora sette anni e io ne avrei 38, non credo proprio che giocherò ancora e di certo non sarò competitivo. Questo è il mio pensiero oggi, poi in futuro non si sa mai cosa possa accadere. Però i Giochi del 2020 a Tokyo sono più vicini e credo siano un mio grande obiettivo.

La vittoria degli US Open ha ulteriormente avvicinato Nadal al record dei 19 Slam di Federer, con lo spagnolo adesso a quota 16 titoli. “Il record di Roger al momento non è un obiettivo, spero che un giorno possa diventarlo ma sono felice della mia carriera e di quello che sto facendo adesso. Di sicuro non sarà mai un’ossessione.”

Infine anche un pensiero sull’extra-tennis, con la questione legata alla Catalogna che in questi giorni sta sconvolgendo la Spagna. “Negli ultimi tempi si è complicato tutto, la tensione c’era ma adesso alcuni soggetti hanno davvero acceso la miccia. Ovviamente ho un’idea precisa che non credo di poter dire, perchè le mia parole verrebbero vivisezionate e strumentalizzate.” Insomma, con il passare degli anni Rafa è diventato campione di difesa anche fuori dal campo.

SportFace