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Sulla terra polacca di Poznan (75mila$+H, terra)si distingue lo spezzino Alessandro Giannessi, il miglior azzurro della settimana nei Challenger (insieme a Giustino di cui parleremo dopo) che raggiunge le semifinali battendo ottimi giocatori come il portoghese Pedro Sousa, il forte Estrella Burgos, e poi l’ungherese Balazs, prima di perdere in maniera sfortunata dal padrone di casa Hurkacz. Gli scalpi di questa settimana sono davvero di livello importante per il ventottenne ligure, perché Pedro Sousa, gioco piatto e intelligente, è difficile da battere e aveva la tds numero 4; Estrella Burgos, pur avendo 37 anni, su terra è un giocatore ostico; Balazs vale la top 50 su terra battuta, al netto dei suoi frequenti infortuni. Poi la semifinale è stata davvero condizionata da una chiamata arbitrale sbagliata su una palla break per il polacco Hurkacz, che è riuscito a conquistare il 4-2 nel terzo set in questa occasione. Alessandro alla fine era molto contrariato, anche per il comportamento eticamente forse scorretto del suo avversario che ha mostrato un segno differente all’arbitro (distratto) per guadagnarsi un punto decisivo. Con questo risultato lo spezzino, best ranking al numero 84 ATP, avvicina la top 150 e se riuscirà a migliorarsi sul rovescio potrebbe presto tornare in top 100. Il torneo poi è stato vinto proprio da Hurkacz (ora al numero 121ATP), in finale su Taro Daniel. Bene Arnaboldi, che ha raggiunto i quarti di finale e Donati che ha fatto secondo turno.
Il torneo più ricco della settimana si è giocato a Prostejov in Rep. Ceca (150mila$+H, terra) ed è stato vinto da Jaume Munar, spagnolo di 21 anni, prossimo protagonista a livelli più alti, forte su ogni superficie e ormai vicinissimo alla top 100 (sarà 104 prossima settimana) che in finale ha battuto il serbo Djere. Bene Caruso e Gaio (arrivato dalle quali) che hanno raggiunto i quarti di finale.
Sull’erba in vista di Wimbledon si è giocato un interessante torneo a Surbiton (150mila$, Grass) pieno di indicazioni riguardo alle qualificazioni dello slam londinese che vedrà gli stessi protagonisti di questi Challenger di preparazione: in evidenza il francese Chardy, sempre forte sull’erba ,che ha vinto il torneo battendo in finale il sempre più maturo australiano Alex De Minaur, 19 anni e ora finalmente top100 (numero 96 ATP). L’unico azzurro che ha provato la superficie veloce britannica è stato Fabbiano, eliminato al primo turno. Attenzione in ottica “erba” al rientro di Daniel Brands, tedesco trentenne calato molto in classifica, che però ha trovato la forza di riprendersi dai numerosi infortuni e ripartire anche dai Futures: a Surbiton ha dovuto affrontare le qualificazioni da numero 330 del mondo, si è guadagnato il tabellone principale ed è apparso in gran forma. Da tenere d’occhio per il prossimo futuro il “vecchio” Brands, così come il britannico Daniel Evans, numero 800 del mondo ma re dei tie break su erba.
Nel 50mila$+H sulla terra di Shymkent in Kazakhstan trionfo per il tedesco Hanfmann, numero 114 ATP ormai vicinissimo al suo best ranking. In finale il tedesco ha superato il dominicano Cid Subervi, ora al best ranking numero 249 ATP, giocatore di 24 anni, dotato di un tennis poco brillante ma molto fruttuoso, buono anche sul cemento. Lorenzo Giustino compie una bella impresa arrivando alla semifinale persa contro Hanfmann, anche se non guadagna posizioni perché scarta i punti conquistati a Vicenza lo scorso anno.
Futures: Riccardo Bellotti con la vittoria a Padova (15mila$, terra) raggiunge il record di maggior numero di tornei vinti a livello Futures, ben 29 (su 38 finali), a pari merito con Balazs e Ouahab: in finale il tennista nato a Vienna ma italiano a tutti gli effetti ha superato il sorprendente svizzero Nikles. “Rico” Bellotti è allenato da sempre da Gunther Bresnik, coach di Dominic Thiem e in passato di Boris Becker, e dal padre del finalista del Roland Garros 2018, Wolfgang Thiem. Tra l’altro Thiem e Riccardo sono davvero molto amici e tra loro esiste un rapporto fortissimo. L’azzurro è rientrato solo a marzo dopo una operazione al polso e sta recuperando posizioni, cercando magari di provare a giocare e vincere anche a livello Challenger, sebbene siamo convinti che un altro torneo Futures vinto non gli dispiacerebbe per avere in esclusiva il record di vittorie. A Padova è andato bene anche Giovanni Fonio, sconfitto in semifinale, ventenne novarese che si è formato per 4 anni a Tirrenia, e appare come un prospetto davvero di grandissimo livello: è stato seguito a lungo da Tomas Tenconi a Tirrenia che gli ha regalato un tennis aggressivo e una maturità anche emotiva. Tomas Tenconi lo ha costruito molto anche atleticamente e ora Fonio è nelle mani di Coach Matteo Sacchi a Novara. Francesco Ferrari raggiunge i quarti di finale e festeggia forse le sue migliori prestazioni di sempre. Ferrari è stato formato e allenato in passato dai fratelli Moretto ed ora di stanza alla Claudio Pistolesi Enterprise negli Stati Uniti, in Florida, dove è seguito dall’ex allenatore di Monica Seles, Robin Soderling e molti altri tra cui il nostro Bolelli portato al best ranking.
In Cina a Yinchuan (25mila$, Hard) vince il padrone di casa Zhe Li, al terzo centro stagionale (secondo consecutivo) mentre a Tel Aviv in Israele (25mila$, Hard) il titolo va al francese Jankovits, fuori Bega nei quarti di finale. Sulla terra giapponese di Karuizava trionfo di Takashi Saito, 23enne nipponico mentre nel 25mila$ su terra a Huelva in Spagna ha vinto Gutierrez-Ferrol, al quarto titolo stagionale e che ha sconfitto il nostro Brancaccio in semifinale (best ranking per Brancaccio, 439ATP). Il turco Ilkel conquista il torneo di Namangan in Uzbekistan (25mila$, Hard) mentre il coreano Yong-Kiu LIM vince il torneo di casa a Sangju (15mila$, Hard), conquistando anche il doppio e tornando a vincere un titolo dopo 2 anni, essendo rientrato solo nel 2018 da un lungo infortunio. Ad Hammamet in Tunisia (15mila$, terra) si è messo in bella evidenza il russo Andrey Chepelev, 19 anni e al primo successo in assoluto tra i professionisti. Giocatore di cui si parla molto bene, Chepelev è ancora acerbo ma ricco di risorse, sia tecniche sia atletiche e potrebbe dire la sua a breve anche nei Challenger, anche se a livello di ranking è ancora intorno alla posizione 800 ATP. Ad Antalya, in Turchia (15mila$, terra) vittoria per l’austriaco Statzberger, 25enne in discreta crescita: bene qui Nicolò Turchetti, 22enne in rampa di lancio e vicino al suo best ranking piazzato alla posizione numero 742 ATP. Ad Harare, in Zimbabwe (15mila$, Hard) il titolo è andato all’argentino Descotte, alla terza finale consecutiva ma al primo titolo vinto in singolare in senso assoluto: il 23enne argentino non ha avuto un passato da Junior importante ma in questi ultimi mesi si sta mettendo in mostra, e ora ha raggiunto il suo best ranking alla posizione 442 ATP.