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ATP Cup, Medvedev trascina la Russia in semifinale: eliminata l’Italia di Sinner e Berrettini

Matteo Berrettini - Foto Ray Giubilo

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Finisce qui l’avventura dell’Italia in ATP Cup: Matteo Berrettini e Jannik Sinner cedono in rimonta alla coppia formata da Daniil Medvedev e Roman Safiullin, perdendo col punteggio finale di 5-7 6-4 10-5. L’Italia, dunque, non riesce a difendere la finale conquistata nel 2021, mentre la Russia centra la sua terza semifinale su tre edizioni dell’ATP Cup. La sfida odierna, infatti, termina 2-1 per i russi, con un mattatore su tutti, ossia Medvedev: il numero 2 del mondo, dopo aver sconfitto Berrettini in singolare, trascina il suo compagno in doppio a suon di prodezze di ogni genere. Inutile, ai fini del risultato, il successo in singolare di Sinner contro Safiullin.

Nel primo singolare, si è registrata la vittoria di Jannik Sinner, con lo score di 7-6 6-3, ai danni di Roman Safiullin. Sinner vola sul campo a inizio match e sembra confermare quanto di buono fatto vedere nei precedenti incontri. Dal 2-0, tuttavia, la luce si spegne improvvisamente: Safiullin gioca bene e le sue armi sembrano neutralizzare al meglio quelle dell’azzurro, che subisce il controbreak e, sotto 2-3, deve salvare una situazione di 0-40. L’altoatesino riesce ad annullare tutte le tre chance e ribalta il game, evitando che il russo possa scappargli via già dopo pochi minuti. Gli errori, per Sinner, fioccano a dismisura, così come poche sono le prime messe in campo: il numero 10 del mondo, però, resiste, resta aggrappato al punteggio e trascina il suo avversario al tiebreak, con tanto di set point annullato nel dodicesimo game. Nel tiebreak, il numero 167 del mondo vola sul 6-4 e spreca due set point, uno dei quali con uno sciagurato doppio fallo, e, alla fine, è l’azzurro a spuntarla, chiudendo 8-6 dopo 1 ora e 4 minuti di gioco.

Sembra passato il peggio, eppure Sinner continua a sbagliare e, nel primo game della seconda frazione, si trova costretto a depennare un’altra chance di break. Nel successivo turno di battuta, sono altre due le occasioni concesse, neanche queste sfruttate da un poco cinico Safiullin. Il russo continua a non concretizzare possibilità, salvo poi, sotto 2-4, cedere la battuta all’italiano. Sinner, allora, conferma il break e, sul 5-3, si porta a servire per il match: nel nono game, dopo l’ennesima palla break cancellata, chiude 7-6 6-3 dopo 1 ora e 57 minuti.

Nel secondo incontro, quello che ha portato al momentaneo 1-1, Daniil Medvedev ha sconfitto un’ottima versione di Matteo Berrettini grazie al punteggio di 6-2 6-7 6-4, al termine di una battaglia durata 2 ore e 38 minuti. Il copione del match sembra molto chiaro sin dai primi colpi: Berrettini trova subito buona confidenza con il dritto, ma ciò non basta ad evitare che Medvedev si procuri un break già nel secondo game, volando 3-0 dopo soli 10 minuti. Al numero uno azzurro continuano a mancare i punti diretti con il servizio e, diretta conseguenza di questo, sono due palle del doppio break in favore del russo. Il tennista romano, però, non ci sta e, al termine di un game fiume, riesce a sbloccarsi e muovere il punteggio del primo set. Berrettini, allora, ci prova anche in risposta e si procura due palle break, prontamente annullate dal moscovita, il quale sale 4-1. Con il passare del tempo, l’azzurro entra sempre più nel vivo del match, annulla due set point nell’ottavo gioco, ma al terzo deve cedere nuovamente la battuta: 6-2 Medvedev dopo 52 minuti.

Il secondo parziale parte in maniera decisamente più combattuta, con Matteo che per la prima volta riesce a tenere a zero un turno di servizio, grazie all’80% di prime in campo di inizio set. I game, al contrario di quando accaduto nella frazione precedente, scorrono via rapidi in favore del battitore. Il nostro portacolori tiene botta al numero 2 del mondo, nonostante non riesca a far nulla in risposta (4 turni dei primi 5 di Medvedev sono terminati a zero). Alla fine, è un tiebreak a decidere le sorti di questo secondo parziale: Berrettini va avanti 5-3, perde uno scambio di 31 colpi, ma alla fine chiude per 7 punti a 5. Nel terzo parziale, il primo ad andare in apnea è il numero 7 del mondo, il quale, nel terzo gioco, va sotto 0-40 e si fa strappare il servizio. Medvedev acquista sempre maggiore fiducia, corre come se si giocasse solo da pochi minuti e costringe Matteo a fare gli straordinari: di conseguenza, la sua percentuale di prime cala e gli sforzi vengono ripagati sempre meno. Il campione in carica dell’ATP Cup gestisce bene il break di vantaggio e, dopo 2 ore e 38 minuti di lotta, chiude per 6-2 6-7 6-4.

E, infine, il doppio, con l’Italia che ha ceduto per 5-7 6-4 10-5. I primi game scorrono velocissimi, dominati dal tennista al servizio. Nel settimo game, però, alcuni errori banali degli azzurri consegnano ai russi il primo break della sfida. Subito dopo, i nostri portacolori sono encomiabili nella reazione e, infatti, vengono premiati anche nel punteggio, con il controbreak messo a segno già nel gioco successivo. Gli azzurri, pian piano, entrano in partita, migliorano il loro affiatamento e, una volta capito il punto debole del duo russo, attaccano nel segno: Berrettini e Sinner hanno notato che, quando c’è Safiullin al servizio, si può fare qualcosa e, non a caso, arriva un secondo break proprio quando il russo meno quotato serve per il tiebreak: 7-5 dopo 46 minuti.

Nel secondo set, gli azzurri sembrano poter dare lo strappo definitivo, eppure, sprecate due possibilità per il break, sono loro a cedere il servizio e ad andare in svantaggio per 3-1. Ora, Matteo e Jannik sono meno esplosivi, più stanchi e fanno meno male con i loro pesanti fondamentali. Al contrario, Medvedev e Safiullin sono molto sicuri di se stessi, servono bene e danno grande filo da torcere ai nostri rappresentanti: il break continua a far la differenza, dunque, dopo 1 ora e 25 minuti, i russi chiudono 6-4 e rinviano a tutto al super tiebreak. Qui, è la Russia a farla da assoluta padrona: Medvedev e Safiullin vincono per 10 punti a 5 e centrano l’approdo in semifinale.

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