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Silvia Marangoni dice basta. La 32enne veneta, undici volte campionessa mondiale di pattinaggio artistico (specialità inline), ha deciso di ritirarsi. Ecco le sue parole, confermando di non voler allontanarsi dallo sport e di iniziare una collaborazione con la Federazione.
“Sono stata una ragazza fortunata perché ho realizzato un sogno: sono diventata campionessa mondiale dello sport che amo e l’ho fatto per 11 volte. Questo mi è costato fatica e tanto sacrificio. Perché, come dice Carl Lewis, c’è un solo modo di allenarsi: quello giusto. C’è un solo modo di vincere: quello giusto. E c’è anche un modo di ritirarsi: quello giusto. Ho deciso di farlo all’apice. Da campionessa mondiale. È stato un vero piacere poter fare quello che ho fatto, ho amato ogni singolo minuto. Credo che essere campioni significhi anche sapere quando dire basta. Lo devo al lavoro, alle medaglie che ho vinto, al mio talento e soprattutto a tutte quelle persone che credono in me ed ai bambini e alle bambine che alleno. Ho deciso di dire basta perché fisicamente ero al limite e soprattutto l’ultimo infortunio mi ha insegnato che dopo tanti anni che tiravo il mio corpo al massimo era necessario rallentare. Ho deciso di dire basta perché sentivo che anche le motivazioni venivano a mancare. Testa e cuore mi hanno fatto capire che era il momento di appendere i pattini al chiodo. Noi campioni siamo un esempio: ora posso insegnare ai giovani che tutti possono vincere, ma il segreto è fare sport con passione e per piacere, come dice Carl Lewis. La mia storia d’amore con il pattinaggio, però, non finisce qui. E, ora che è ufficiale, posso dire grazie al presidente della Federazione Sabatino Aracu, al responsabile di settore Ivano Fagotto, al consigliere federale Marika Kullmann e alla Fisr tutta per avermi nominata tecnico federale e coordinatrice della commissione della specialità del pattino in linea. Proprio in questi giorni sto scrivendo il regolamento per i prossimi anni. Se posso lanciare un messaggio ai giovani che si avvicinano allo sport è questo: dite sempre no al doping. Un no senza se e senza ma. La ricetta vincente è una sola: lavoro, lavoro, lavoro. Il talento è fondamentale, ma va allenato. Questo cerco di insegnare ai giovani ogni giorno”.