Mondiali sci alpino St. Moritz 2017

Sci alpino, slalom St. Moritz: Hirscher doppio oro come Tomba, Gross 9°

Marcel Hirscher - Foto Alessandro Trovati - Pentaphoto

Stratosferica prestazione oggi di Marcel Hirscher che fa due su due e dimostra di essere il vero Re delle discipline tecniche. Vince così l’oro in slalom speciale con +0.67 di vantaggio sull’arrembante compagno di squadra Manuel Feller e con +0.93 sull’intramontabile tedesco Felix Neureuther, alla seconda medaglia mondiale. Hirscher vince così la medaglia d’oro sia in slalom che in gigante, cosa che ai Mondiali non accadeva da Alberto Tomba.

Anche oggi come ieri, uno splendido sole inonda la valle dell’Engadina, dove si la località sede di questi Mondiali di Sci Alpino 2017. Pettorale sei e pista praticamente perfetta per Marcel Hirscher, che non esita a lasciare il segno con la sua azione precisa ed esplosiva, chiudendo primo con il tempo di 46:43. Dietro di lui, un tripudio austriaco, coi due giovani Marco Schwarz e Michael Matt, staccati rispettivamente di +0.43 e +0.48. La buona tenuta della pista e soprattutto un tracciato piuttosto facile, dove le uniche vere difficoltà erano i cambi di pendenza e di ritmo hanno permesso a moltissimi atleti di fare buoni tempi. Basti pensare che in un secondo sono racchiusi ben quattordici atleti (il nostro Stefano Gross è infatti quattordicesimo a 0.97). Inoltre sono stati possibili vari inserimenti, anche in posizioni molto buone, basti pensare allo svizzero Ramon Zanhaeusern che con il pettorale 23 si è piazzato nono a +0.69 e solo a +0.20 dal podio.

Nella seconda manche la tracciatura dell’italiano Stefano Costazza cerca di aggiungere un po’ di pepe alla competizione, ma il pendio non permette veramente grandi cose e alla fine ci si ritrova con una manche abbastanza simile alla prima. Sin dalle prime discese si capisce che la chiave per far bene su questo tracciato è limitare il numero di errori: bisogna essere perfetti non solo perché questo tipo di neve non perdona ma soprattutto perché i distacchi sono veramente minimi e la gara si gioca sul filo dei centesimi. Il primo a rendersene conto veramente è lo sloveno Stefan Hadalin, che partito dalla ventiduesima posizione, con il tempo di 48:23 recupera fino alla decima posizione, confezionando il miglior tempo di manche. Su una pista con due intermedi quasi completamente piatti (il primo e l’ultimo) non poteva non eccellere un atleta come André Myhrer, abilissimo a far correre lo sci, capace così di recuperare ben nove posizioni e concludere sesto a +1.10 dal vincitore. Colui che lascerà il segno sarà poi il giovane austriaco Manuel Feller, che con la sua sciata all’ultimo respiro si porterà al comando della gara fino all’ultima discesa, quando sarà superato dal compagno di squadra Marcel Hirscher.

Va sottolineato quindi che la grande vincitrice di oggi è l’Austria, la quale conquista oro e argento, come l’altro ieri in gigante. Se volessimo guardare il pelo nell’uovo, oggi avrebbe potuto essere un vero trionfo, visto che secondo e terzo dopo la prima manche c’erano altri due atleti, Marco Schwarz e Michael Matt, rispettivamente in seconda e terza posizione, con forti velleità di vittoria. Purtroppo molto probabilmente la pressione e qualche presa di spigolo un po’ troppo veemente gli hanno fatto perdere quei centesimi necessari per arrivare sul podio. Poco male, l’Austria nella stagione in cui sta veramente faticando a rimanere prima nella classifica per Nazioni in Coppa del Mondo (insidiata da Italia e Svizzera) spara la stoccata finale e vince il medagliere superando in extremis una Svizzera che riponeva grandi aspettative su questa gara e che è veramente la grande delusa della competizione. Luca Aerni, complice un grave errore nella prima manche, conclude solo 19/esimo, troppo alto l’handicap della prima manche, mentre Daniel Yule e Ramon Zanhaeusern, rispettivamente 11/esimo e nono dopo la prima frazione, escono malamente nella parte altra del tracciato, anche se va detto che l’unico modo per potersi portare a casa la medaglia oggi era osare.

Non si può dire d’altro canto che gli Azzurri non ci abbiano provato ma tutti hanno commesso troppi errori. Patrick Thaler ha commesso vari errori di linea nella prima manche, oltre ad aver perso il parastinchi, e non ha neanche concluso nei primi trenta (siamo ai mondiali quindi tutti gli atleti concluderanno la gara, chiuderà 24/esimo a +3.74). Giuliano Razzoli continua a portare a termine gare a “montagna russa”, un “Razzo” sui piani mentre è rigido e arretrato ad ogni cambio di pendenza, per lui solo 22/esimo posto oggi a +2.71. Manfred Moelgg sbaglia tanto ed è privo di fluidità in entrambe le manches, concluderà solo 14/esimo a +1.45, ben lontano dai fasti del successo di Zagabria. L’unico con la sufficienza oggi è stato Stefano Gross, forse quello le cui caratteristiche meno si addicevano a questa pista quasi priva di pendenze vere. Nella seconda manche sbaglia poco ma perde comunque tanto nell’ultimo tratto, evidentemente incapace di capire come portare fuori velocità per le ultime otto porte, totalmente sul piatto. Un peccato perché il podio era alla portata, lo ha dimostrato Felix Neureuther, che aveva solo ventun centesimi meno del fassano da Hirscher. E’ triste vedere quanto stia annaspando il nostro slalom anche a livello maschile, il nostro atleta più giovane è Stefano Gross, ormai 31/enne. Di giovani competitivi per ora è emerso solo Tommaso Sala, anche se va detto che vari suoi coetanei hanno già centrato medaglie e anche vittorie in Coppa del Mondo. SI è sbagliato qualcosa a livello di formazione tecnica, ormai è un dato evidente. Il discorso è già stato fatto ieri a livello femminile, bisogna solo aspettare e insistere con i giovani, perché è l’unica maniera per uscire da questo impasse. In ogni caso, la disfatta di oggi non è paragonabile a quella di ieri: Gross ci ha provato, Razzoli era ancora convalescente e fuori forma e la pista di certo non risaltava le risapute doti tecniche dei nostri atleti.

A parte l’Italia, il grande deluso di oggi è sicuramente Henrik Kristoffersen, il norvegese dominatore della stagione di slalom si è portato a casa la seconda medaglia di legno della competizione. Del resto su una pista così, dove la chiave di volta era data dalla fluidità e dalla leggerezza nella sciata, le sue impressionanti doti tecniche sono state livellate non permettendogli niente di più di una prestazione regolare. La sua delusione era visibile al traguardo, come quella del collega Alexis Pinturault il quale, se non fosse stato per il team event, sarebbe rimasto a secco di medaglie.

Si chiudono così i mondiali di San Moritz, bell’evento e buona organizzazione (apparte i problemi con le telecamere e con la pista di slalom della combinata). L’Italia chiude solo con il bronzo di Sofia Goggia, un risultato magro e che sottostima le nostre possibilità, ma comunque migliore dell’ultima edizione. Adesso di nuovo occhi puntati sulla Coppa del Mondo, ci aspetta un fine settimana di velocità sulle piste norvegesi di Kvitfjell.

Le dichiarazioni degli azzurri:

Sci alpino, slalom St. Moritz: Moelgg “Niente feeling con la pista”, Gross “Pista difficile da interpretare”

SportFace