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Non si può facilmente definire la grandezza di Mikaela Shiffrin: mai nessuno nella storia dello sci era stato in grado di vincere tre medaglie d’oro in tre edizioni consecutive dei Mondiali di Sci Alpino. Ed è così che l’atleta americana, a soli ventun anni, si porta a casa lo slalom speciale di San Moritz rifilando +1.64 alla seconda classificata, la giovane beniamina di casa Wendy Holdener, e +1.75 alla medaglia di bronzo, la vincitrice della Coppetta di slalom nella scorsa stagione, la svedese Frida Hansdotter.
La gara si apre sotto uno splendido cielo azzurro con temperature poco sopra lo zero. La pista ha tenuto discretamente bene anche se va notato che dopo i primi otto, dieci passaggi già qualche gradino e buchetta si è venuta a creare. Questo, sommato al ridotto valore tecnico delle atlete scese dopo il pettorale quindici, ha fatto sì che non vi sia stato nessun inserimento di rilievo nelle prime dieci dopo la prima manche. La migliore è stata la slovena Ana Bucik, ottava a +0.96, atleta comunque molto in forma nelle ultime settimane. Il risultato in ogni caso ha specchiato le posizioni di forza di questa stagione: un discreto dominio di Mikaela Shiffrin che conclude prima con 47.80, una Wendy Hoeldener in scia ma comunque un po’ staccata (+0.38) e una Zuzulova ottima in molte parti ma che ha commesso qualche errorino (terza a +0.59). Le atlete che seguono sono invece racchiuse in un pugno di centesimi, fatto che rende molto agguerrita la lotta per il podio.
La seconda manche non fa registrare particolari scossoni: non vi sono stati recuperi di particolare rilievo dalle retrovie. Mentre sì che si sono date battaglia le più forti. Ma se nelle precedenti gare di slalom si erano intravisti alcuni punti deboli nell’azione di Mikaela Shiffrin, oggi non vi è stata l’ombra di un errore. Un treno sul piatto fino al primo intermedio (oggi seconda solo a Nastasia Noens che in quel piccolo frangente è stata incredibile), e poi abbondantemente la migliore in tutti gli altri settori. Risultato: sbaragliata la concorrenza merito di una preparazione mirata al perfezionamento del gesto, portata a termine in queste ultime due settimane sotto l’egida della madre-manager che, obiettivamente, non sbaglia un colpo. Era stata criticata infatti per la scelta di abbandonare il superG nonostante risultati piuttosto soddisfacenti soprattutto in allenamento ma oggi ancora una volta tutto ha pagato. E l’oro in gigante è stato negato solo da uno stato di grazia della francese Tessa Worley. Se a ventun anni già inanella tutti questi record, non vogliamo neanche immaginare cosa sarà riuscita a portare a casa ai trenta. In ogni caso, rimane uno spettacolo vederla sciare e meritatamente vincere questo terzo oro.
E le avversarie? La vincitrice dell’argento, la svizzera Holdener, è stata molto vicina nella prima manche, ha dato tutto nella seconda ma nulla si può di fronte alle linee chirurgiche dell’americana. Mentre la Hansdotter vince la sua terza medaglia consecutiva a un mondiale, dopo l’argento di Vail e il bronzo di Schladming. Va comunque sottolineato la grande costanza di queste due atlete, la prima reduce da una fantastica stagione, la seconda che ha saputo risvegliarsi proprio al momento giusto.
Grande delusa di oggi è la Slovacchia, capace di centrare una doppietta nello slalom di Zagabria oggi è rimasta con la mani vuote. La blasonata Zuzulova inforca prima del muro mentre Petra Vlhova, terza dopo la prima manche, perde la medaglia per soli quattordici centesimi, una disdetta. Anche l’Austria oggi resta a bocca asciutta, la migliore è la veterana Michaela Kirchgasser, sesta a +2.22. Sbaglia purtroppo sul piatto finale la sorellina d’arte Bernadette Schild, concludendo solo a +2.97. In ogni caso nessuna di loro aveva reali chance di podio dopo la prima manche.
E le italiane? La prestazione di oggi è stata imbarazzante: solamente Federica Brignone è stata in grado di arrivare in seconda manche, concludendo peraltro con un amaro 24esimo posto a un distacco abissale dalla vincitrice (+5.04). Le altre sono tutte finite per terra, chi per un’internata (Chiara Costazza, definito da lei stessa un errore “da polla”) chi per una posizione troppo arretrata (Manuela Moelgg) chi per delle linee sbagliate (Irene Curtoni). Sapevamo di non avere speranze di medaglia in questa disciplina, ma un minimo di dignità era necessario, anche per dare un po’ d’allegria ad un ambiente sempre un po’ criticato. In stagione, infatti, solo Chiara Costazza è stata in grado di centrare delle top-ten e se fosse arrivata in fondo molto probabilmente anche oggi ci sarebbe riuscita. Però ai Mondiali contano solo i primi tre posti e soprattutto, come recita un famoso proverbio, “con i se e con i ma non si fa la storia”. Tanto si è detto sullo stato penoso del nostro slalom femminile e tanto si è sparato a zero su tecnici e atlete. Nonostante la prestazione di oggi sia stata pesantemente inferiore anche alle meno rosee aspettative, va accettata la realtà: questo è quello che abbiamo ormai da qualche anno a questa parte. Quello che va fatto è un’azione alla base, a livello giovanile dove i movimenti dello slalom vanno inculcati fin dai primi allenamenti. E infatti qualcosa si è mosso, visto che alcune giovani 1999-2000 hanno già fatto vedere qualcosa di buono (pensiamo a una Lucrezia Lorenzi o a una Lara della Mea). Al momento, quello che bisogna fare è insistere ed avere pazienza perché ormai sperare di cambiare un trend con atlete ultra-trentenni e sulla via del ritiro (Manuela Moelgg ha già detto che questi saranno i suoi ultimi mondiali) è molto probabilmente una mera perdita di tempo.
Trovate al link di seguito le dichiarazioni delle azzurre
https://www.sportface.it/video-e-podcast/sci-alpino-slalom-donne-mondiali-st-moritz-interviste-dichiarazioni-costazza-brignone-moelgg-curtoni-shiffrin-zuzulova/139999