Biathlon

Biathlon, staffetta maschile Hochfilzen 2017: le pagelle

Thomas Bormolini - Foto Michele Galoppini

L’evento conclusivo del weekend di Coppa del Mondo di biathlon sulle nevi austriache era rappresentato dalla prima staffetta di stagione. Nonostante tre assenze pesantissime a dominare la gara è stata la Norvegia, che ha preceduto di ben 1’54” la Germania. A chiudere il podio la Francia, discreto quinto posto per l’Italia.

Condizioni proibitive, un forte vento in zona poligono, e qualche forfait di troppo, quelli di Fourcade, dei fratelli Boe e di Svendsen su tutti, hanno fatto da scenario di questo team event nella località austriaca. Molto equilibrio per la lotta al podio, con la Norvegia nonostante tutto a prendersi il ruolo di favorita, e la Russia più delle altre in cerca di rivincita dopo le recenti delusioni. Per l’Italia opportunità di entrare in top5, con un Hofer fiducioso dopo il settimo posto dell’inseguimento di ieri.

La prima frazione vedeva una splendida seconda sessione di tiri in piedi di Bjoerndalen, il quale nonostante le forti raffiche di vento ha compiuto un percorso netto, unico tra i primi. E’ così che al cambio la Norvegia si presentava in testa, appena dietro il Belgio dell’oriundo tedesco Roesch. Bravo Bormolini, quinto a 34 secondi, peccato per lui una serie di tre errori di fila sul secondo poligono, che non lo ha comunque costretto al giro di penalità. Russia fuori gara, quasi due minuti di ritardo e tre giri di penalità nel poligono in piedi.

Quella che dovrebbe risultare la migliore frazione per l’Italia, la seconda con Hofer, rischia di trasformarsi in un incubo. L’altoatesino cominciava malissimo con un giro di penalità, oltre che molta lentezza nell’esecuzione, già dopo il primo poligono relegando gli azzurri all’ottavo posto. In testa quasi tutto invariato, al cambio bravo L’Habee-Lund per la Norvegia così come Claude del sorprendente Belgio (quest’ultimo comunque con un ritardo di 32 secondi) a mettere in fila solo qualche ricarica. Hofer riusciva con una serie immacolata a recuperare la sesta posizione, confermando l’ottima forma sugli sci.

Con la terza frazione cominciava a farsi avanti prepotentemente la Svizzera con Finello, il quale col poligono da terra senza errori si portava a meno di 20 secondi dalla Norvegia di Bjoentegaard, costretto a due ricariche. Lo stesso Finello però capitolava nel secondo poligono, e all’ultimo cambio veniva sostituito al secondo posto dalla Germania di Peiffer, che passava comunque con quasi un minuto di ritardo. Bene un Windisch velocissimo sugli sci, nonostante le annose lacune dal poligono, che portava gli azzurri al quinto posto in attesa della frazione del valdostano Chenal.

La serenità di un grande vantaggio accumulato non faceva che aiutare Birkeland a incrementare ulteriormente il vantaggio della Norvegia, sommando in due poligoni solo una ricarica. Distacco quindi siderale e posizioni praticamente congelate anche appena dietro, con Germania e Francia che chiudevano il podio. Bene nel finale per l’Italia l’esordiente Chenal, che confermava la quinta posizione con cui aveva aperto la relativa frazione.

PAGELLE

Norvegia 8 – Ineccepibile prestazione del team norvegese, decimato dalle assenze, ma che ha confermato ancora una volta come la “panchina lunga” premia soprattutto in staffetta.

Germania 6,5 – Nonostante il posto d’onore l’occasione era propizia per chiedere di più ai teutonici. Buona soprattutto la prestazione di Peiffer, ma il distacco complessivamente accumulato su una decimata Norvegia è stato eccessivo.

Francia 7 – L’assenza di Fourcade poteva rivelarsi decisiva in negativo in prospettiva podio, ma i transalpini sono rimasti sempre nelle prime posizioni, nonostante l’esordiente Jacquelin, concludendo con un dignitosissimo terzo posto.

Italia 6,5 – Gli azzurri hanno fatto il loro dovere, è piaciuto in particolare l’esordiente Chenal in ultima frazione, mentre Hofer e Windisch hanno confermato la bravura sugli sci e le incertezze dal poligono. Sempre più sicuro di sé Bormolini, ad oggi il migliore degli azzurri dopo Hofer.

Russia 4 – Ottavo posto, ma quel che più conta si conferma la crisi nera, oggi evidenziata da una miriade di errori dal poligono e un distacco finale da record: 3’35”!

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