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Valentina Vezzali ha reso grande lāItalia della scherma. Ć stata la prima donna del fioretto a vincere tre medaglie dā oro olimpiche individuali in tre edizioni consecutive, piĆ¹ tre ori olimpici nelle gare a squadre e un’infinitĆ di medaglie mondiali ed europee. In occasione dellāannuncio del suo ritiro (qui potete leggere le parole della campionessa di Jesi), Sportface.it ha contattatoĀ qualcuno che la conosce molto bene: il marito Domenico Giugliano, ex calciatore e ora allenatore della squadra femminile Jesina calcio che ha portato ai vertici della serie cadetta.
Avrebbe mai pensato di sposare un mito?
āIo lāho conosciuta nel 1999 e aveva giĆ vinto molto, ma per come si allenava, per la passione, lāimpegno ero sicuro che avrebbe avuto una carriera cosƬ lunga e ricca di successiā.
Avete parlato del ritiro? Ć il momento giusto?
āNon so se ha davvero voglia di smettere, ama molto quello che fa, ha speso una vita sulla pedana. Le rivelo una cosaā.
Prego, la ascolto.
āHa avuto talmente tanto rispetto della scherma che si ĆØ concentrata solo su quello, non ha mai praticato altri sport nel tempo libero per non rischiare di compromettere il suo percorso agonistico. Bisogna avere un carattere di ferro ed essere molto seri per non concedersi questo tipo di distrazioniā.
Non mi ha rispostoā¦ĆØ il momento giusto per dire basta?
āSƬ, credo di sƬ. A un certo punto si deve cambiare. Si cresce e la vita va avanti in un altro modo. E poi ha influito anche la regola, secondo me assolutamente ingiusta, di escludere la gara di fioretto femminile a squadre dall’Olimpiade di Rio. Un peccato perchĆ© questo ĆØ uno sport di grandi sacrifici che sale alla ribalta solo ogni 4 anni e merita maggior considerazione. Sicuramente la scherma le mancherĆ tantoā.
Quali sono le doti che hanno reso unica la Vezzali?
āIl talento, la testardaggine e la costanza sia fuori che dentro la pedana. Ha fatto sempre una vita molto lineare, rigorosa e certe volte ĆØ andata avanti anche da sola, contro tutto e tuttiā.
Quando rimase incinta si prese una pausa e quattro mesi dopo era di nuovo sul tetto del mondo. Come ha fatto?
āSemplice, in quellāanno di stop si organizzĆ² per riprendere gli allenamenti il prima possibile, pianificĆ² tutto in modo da non trovarsi impreparata. E ancora una volta ha avuto ragione leiā.
I programmi futuri?
āAndiamo avanti passo dopo passo. Non dimentichiamoci che c’ĆØ il Mondiale, ha un impegno con gli italiani e ora ĆØ concentrata solo su quello. Se poi dovesse arrivare qualche proposta interessante non si tirerĆ indietro, starĆ al passo, consapevole di averlo meritato. Il presidente della Federscherma e del Coni lāapprezzano molto e sanno che ha fatto tanto per questo sport. Ma la conosco: adesso sta pensando a fare bene lāultima gara. Ć pur sempre un Mondialeā.
Tanti i trionfi, qual ĆØ il suo preferito?
āIl mio ĆØ Atene 2004 con quella finale tutta italiana. Ero presente e fu una giornata particolare per lāatmosfera. Mi ĆØ rimasta impressa. LaĀ gioiaĀ piĆ¹ forte all’Olimpiade di Londra 2014. Chi poteva immaginare quel recupero? Fu impressionante. Anzi toccante, commovente. Forse quello ĆØ stato il momento piĆ¹ bello della sua carrieraā.
Lāimpressione che si ha guardando la Vezzali ĆØ quella di una guerriera, ĆØ cosƬ anche nel privato?
āNella vita ĆØ come in pedana. āPurtroppoā va sempre a mille, ĆØ sempre sul pezzo. Ć una donna impegnativa, non solo con i bambini, anche con il marito (ride, ndr)! Dāaltra parte chi vuole ottenere il massimo nel lavoro ĆØ cosƬ anche in altri ambitiā.
Domenico Giugliano ĆØ una vera sorpresa: garbato e forbito nel parlare e soprattutto paziente perchĆ© mentre concede lāintervista accudisce il bambino piĆ¹ piccolo, Andrea 3 anni: āMi scusi per le interruzioni, ma mia moglie ĆØ con il figlio piĆ¹ grande, Pietro, 11 anni. Io sto guardando Andrea che ĆØ decisamente piĆ¹ vispo, assomiglia molto alla mammaā.
Scusi se glielo chiedo, ma tra voi non cāĆØ mai stata rivalitĆ professionale?
āNo, mai. Se potevo fare qualcosa con lei ero contento. Dāestate ci allenavamo insieme e le facevo notare aspetti che chi pratica uno sport individuale non vede. Io da calciatore professionista facevo uno sport di gruppo, lei gareggia da sola ĆØ diverso, ma ho cercato di aiutarla con la mia esperienza, con il mio punto di vistaā.
A proposito di sport, anche lei ha un certo successo.
āAlleno lo Jesina calcio, squadra femminile di serie B e siamo primi in classifica. In Italia sta crescendo lāattenzione intorno al calcio femminile, ma siamo ancora lontani dai livelli europeiā.
SƬ, ma scusi: il primato significa che potreste essere promossi.
āZitta, non lo dica! Il campionato finisce il 22 maggio, aspettiamoā¦ā.
E allora in bocca al lupo a Valentina e Domenico.