Rio 2016

Tiro con l’arco, Lucilla Boari: “Vado a Rio con la giusta spensieratezza”

Lucilla Boari - Foto profilo Facebook

L’Olimpiade di Rio 2016 è sempre più vicina e la squadra italiana femminile di tiro con l’arco proverà a vivere questa esperienza con spensieratezza, cercando di sfruttare eventuali occasioni. Per Lucilla Boari sarà l’esordio in gara olimpica: la giovane azzurra non vede l’ora di testare l’atmosfera dei Giochi come ha raccontato in esclusiva a Sportface.it e manda messaggi d’amore alla disciplina che pratica da 7 anni: “Senza l’arco non so che cosa avrei fatto“.

L’Olimpiade si avvicina sempre di più, sei emozionata?
“Ormai mancano 30 giorni. Era un mio grande sogno ed è diventato realtà. Ad Antalya con la squadra mi sono trovata benissimo: abbiamo lavorato insieme tutti i giorni. Quella della maglia azzurra è un sogno che si è realizzato”. 

E sull’atmosfera che troverai a Rio che ci dici?
“Mi sono informata: mi hanno detto che è totalmente diversa da quello che uno si immagina. Sarà un’emozione forte, da vivere al meglio”.

Puoi farci un breve racconto di te, spiegando ai nostri lettori quando nasce la passione per l’arco?
“Ho iniziato a tirare nel 2004 più o meno a 7 anni, quando mio padre mi ha portato con lui in palestra: lì ho provato a tirare, mi è piaciuto e non ho più smesso. Sono sempre stata in giro per l’Italia e poi per il mondo con le trasferte con la nazionale. Dal settembre 2014 mi sono trasferita a Cantalupa per partecipare al progetto “Talenti 2020″ in prospettiva dell’Olimpiade di Tokyo 2020. Ora che ho finito la scuola potrò allenarmi sia mattina che pomeriggio e dedicarmi completamente all’arco”.

Com’è la giornata tipo di allenamento per un arciere?
“Solitamente iniziamo alle 9 del mattino, tirando150 frecce o qualcosa in più. Poi facciamo pausa pranzo e, verso le 15.30-16.30, riprendiamo con altre 150 frecce per 2 ore e mezza circa. A seguire poi facciamo preparazione fisica, che consiste in preparazione cardio, core stability e palestra. Verso le 20 ceniamo e poi ci riposiamo insieme”.

La tua è quindi una passione sconfinata per questa disciplina…
“Senza il tiro con l’arco non saprei dove sarei andata a finire e sono molto contenta del mio percorso”.

Come ti immagini Rio in generale? Non soltanto la gara…
“Sarà bello, perché oltre a noi del tiro con l’arco ci saranno tutti gli sport, tutte le nazioni. Saremo una grande famiglia, tutto il mondo dello sport. Inoltre ci saranno alcuni sport come il nostro che, purtroppo, vengono definiti “minori”, ma che in realtà minori non sono: tutti abbiamo la scritta “Italia” sulle spalle”.

Arrivare a Rio da potenziali sorprese può essere un vantaggio per affrontare la gara più serenamente?
“Sì, un pizzico di incoscienza, di libertà mentale sicuramente aiuta. Almeno a me personalmente ha aiutato durante la gara ad Antalya. Spero di essere ancora così serena e incosciente, perché questo mi ha portato a fare quello che ho fatto. Siamo una squadra molto giovane: abbiamo lavorato tanto e ci impegneremo al massimo”.

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