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L’unificazione dei pesi supermedi di Saul ‘Canelo’ Alvarez, la ribalta di Oleksandr Usyk ai danni di Anthony Joshua, la consacrazione di Tyson Fury e il ridimensionamento forse definitivo di Deontay Wilder, ma anche sconfitta e ritiro di una leggenda come Manny Pacquiao. E nel mezzo la scheggia impazzita di Jake Paul che vende poca boxe ma tanto spettacolo e pay per view. Insomma, la nobile arte nel 2021 non ha regalato di certo banalità sul ring. E il 2022 si appresta anno bollente in tutte le divisioni, ma in particolare tre: pesi massimi, cruiser e leggeri.
Il già ricchissimo universo dei pesi leggeri ha un nuovo protagonista. George Kambosos Jr., australiano di origine greca, era per molti la vittima sacrificale dell’ascesa di Teofimo Lopez. L’americano aveva promesso un ko al primo round, e il copione sembra quello con Teofimo che parte a razzo nel tentativo di chiudere la contesa dopo pochi secondi. Poi, il primo atterramento. Di chi? Non Kambosos, ma di Lopez che si alza subito, torna a combattere e ad incassare, prima della reazione nel finale. Ma non basta, vittoria (contestata) per decisione non unanime e le cinture WBA, WBO e IBF vanno all’australiano che ora si prepara a sfidare gli altri re della categoria. A partire da Gervonta Davis, campione ‘regular’ della categoria e principale indiziato. Ma nella categoria più ricca di talenti scalpitano nomi come Devin Haney (campione WBC), Vasyl Lomachenko e Ryan Garcia, fermo da un anno.
Nei cruiser tutti gli occhi del mondo sono puntati su Saul ‘Canelo’ Alvarez. D’altrone dopo aver scritto una pagina di storia, si può solo guardare avanti e puntare a scriverne un’altra. Lo vuole fare il messicano che di recente ha unificato per la prima volta le cinture dei pesi supermedi, battendo in un anno Billy Joe Saunders e Caleb Plant. Ora Canelo ha deciso di salire nei cruiser per sfidare Ilunga Junior Makabu, detentore della cintura WBC. E secondo indiscrezioni, il match nel 2022 si potrebbe tenere persino nella Repubblica Democratica del Congo, a quarantotto anni di distanza dalla storica sfida nell’allora Zaire tra Muhammad Ali e George Foreman.
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Affascinante sì, come lo era l’ipotesi di una iconica sfida a Wembley tra Anthony Joshua e Tyson Fury. Era arrivata anche l’ufficialità, ma solo da parte del ‘Gypsy King’ forse per mettere pressione sul giudice che successivamente gli ha ordinato di tener fede al contratto stipulato con Deontay Wilder e di offrire all’americano il terzo capitolo. Risultato: nessun derby britannico. Ma Joshua a Londra ci è finito, non a Wembley. Il Tottenham Stadium non gli ha portato fortuna visto che i suoi titoli WBA (Super), IBF, WBO sono andati ad Oleksandr Usyk, autore di una prestazione leggendaria. C’è la clausola di rivincita. Dal canto suo Tyson Fury è lontano dall’accordo con Dillian Whyte per difendere il titolo WBC. Prima quindi probabile un incontro con Andy Ruiz o Robert Helenius. L’unificazione dei pesi massimi è ancora lì che aspetta. Intanto guardando in casa nostra, i nome da segnare con la matita rossa non mancano. C’è Michael Magnesi, 27enne di Palestrina ma ora negli Stati Uniti per 2-3 match di preparazione prima di una possibile sfida mondiale, dopo aver vinto il titolo IBO. Il primo è andato bene, ‘Lonewolf’ ha dato vita ad una battaglia col filippino Lagos e ha vinto prima del limite. Senza dimenticare Daniele Scardina che dopo aver vinto il titolo intercontinentale WBO, è chiamato ad alzare l’asticella. E Mohammed Obbadi, chiamato ad un’eliminatoria per il Mondiale Ibf. Il 2022 può essere anche il loro anno.
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