In una giornata finale destinata a passare alla storia per emozioni, colpi di scena e ribaltamenti di fronte, Danny Willett si aggiudica l’edizione numero 80 del Masters grazie ad uno splendido giro finale in 67 colpi. A spianare la strada al 28enne inglese di Sheffield è stato l’inaspettato momento di crisi di Jordan Spieth.
Lo statunitense appariva in  controllo della situazione con quattro birdie consecutivi dalla 6 alla 9 che lo avevano portato a -7, con  cinque colpi di vantaggio sullo stesso Willett. Spieth ha però messo a segno due bogey  alla 10 e alla 11, prima del vero dramma sportivo che si è consumato al par 3 della 12. Il numero due del mondo ha prima trovato l’ostacolo d’acqua con il colpo dal tee, per poi finire ancora nell’acqua con il terzo colpo dall’area di droppaggio.
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Concludendo la buca con un devastante quadruplo bogey, Spieth è così crollato a -1, mentre Willett guadagnava colpi con i birdie alla 13, alla 14 e alla 16. Il 23enne texano ha poi tentato una disperata rimonta mettendo a segno i birdie della 13 e della 15 ma ha dovuto accontentarsi della seconda piazza a -2, in compagnia dell’inglese Lee Westwood, autore di un giro in 69 e all’ennesimo piazzamento in un major, ma ancora senza quel titolo che probabilmente meriterebbe per la sua straordinaria carriera. Rammarico anche per Dustin Johnson, il quale chiude quarto con -1 e perde ancora  una buona occasione per vincere il suo primo major. Il 31enne statunitense ha infatti messo a segno cinque birdie nella giornata finale, ma anche due pesanti ed evitabili doppi bogey alla 5 e alla 17, palesando nuovamente  quei limiti caratteriali che nei momenti decisivi si rivelano fatali. Chiudono quarti con Dustin Johnson anche Paul Casey E J.B Holmes, che hanno girato rispettivamente in 67 e 68 colpi. Grande round in 67 anche per il giovane inglese Matthew Fitzpatrick, il quale  conquista uno splendido settimo posto con lo score di pari al par; con lui anche l’ottimo danese Soren Kjeldsen ed il giapponese Matsuyama, in difficoltà sui green nella giornata finale.
Il numero uno del mondo Jason Day chiude il torneo in decima posizione con il totale di +1, a pari merito con Justin Rose ed un Rory McIlroy che rimanda al prossimo anno il suo assalto al career grand slam.
Crollo nel giro finale anche per il giovane statunitense Smiley Kaufman, precipitato dalla seconda alla 29esima posizione con un parziale di 81 colpi, e per il 58enne tedesco Bernhard Langer, 24esimo con un totale di +6 ma che ha dimostrato in questa settimana di essere un autentico fuoriclasse. Probabilmente a penalizzare Langer anche il calo del vento, che ha reso il percorso dell’Augusta National meno difficile, favorendo i giocatori più potenti.
Danny Willett riporta così la giacca verde in Inghilterra, per un successo inglese che mancava dal 1996, anno dell’ultimo dei tre successi di Sir Nick Faldo, unico inglese a vincere il Masters prima di quest’anno. Britannici sugli scudi, con ben cinque giocatori nella top 10, e buona prova complessiva dei giocatori europei: il titolo del Masters torna nel vecchio continente dove mancava dal 1999, quando ad imporsi fu lo spagnolo Josè Maria Olazabal. Willett, al culmine un percorso di crescita portato avanti nelle ultime stagioni che lo ha portato ormai nell’èlite del golf mondiale, si aggiudica anche il primo premio di 1.573.839 euro, con il quale balza nettamente al comando della Race to Dubai, mentre nel World Ranking, rimasto invariato nelle prime posizioni, l’inglese risale al nono posto.
Chiusa l’emozionante settimana del Masters, lo European Tour si sposta nella penisola iberica per l’Open di Spagna, di scena nella splendida cornice di Valderrama. In campo sette azzurri tra cui Manassero, Paratore ed Edoardo Molinari. Francesco Molinari torna invece in campo sul PGA Tour per il RBC Heritage, in South Carolina.