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A vincere il pazzesco Gran Premio di Baku è Daniel Ricciardo su Red Bull. L’australiano è emerso dal caos totale sebbene abbia corso praticamente senza avversari, tant’è che l’unico vero sorpasso l’ha effettuato ai danni di Massa (con la vettura però già singhiozzante). Come rovescio della medaglia per gli austriaci c’è però l’ennesimo ritiro per Verstappen, in quel momento quarto: la sfortuna, quest’anno, non sembra mai dimenticarsi dell’olandese.
Velocissima in qualifica, in questa domenica azera Mercedes è stata però ripresa da Ferrari, che ha confermato il proprio rapidissimo passo gara mostrato nelle libere del venerdì. Ciò conferma che nelle piste veloci la squadra tedesca può monopolizzare facilmente la prima fila, ma la domenica le cose si equilibrano, mentre in quelle più lente è Ferrari a dettare l’andatura. Vettel e Hamilton se le sono suonate alla grande con i giri veloci e non solo, anche a spallate e considerando che Vettel aveva un motore più vecchio e meno performante i suoi tempi sono decisamente incoraggianti per il team italiano. Bottas fa poco testo, avendo corso prevalentemente nelle retrovie, così come Räikkönen, che ha corso tutta la gara eccetto i primi 500 metri con la vettura pesantemente danneggiata. Mercedes allunga su Ferrari nel mondiale costruttori, ma lo stesso fa Vettel su Hamilton nel piloti.
Ottima performance mostrata da Force India, ci ha pensato però stavolta Ocon a fare harakiri, danneggiando la propria gara (poi recuperata alla grande e chiusa comunque al 6° posto) e soprattutto quella del suo compagno Pérez, invertendo stavolta le colpe rispetto al mezzo battibecco che i due avevano già avuto in Canada. Si è vista in grande forma dal punto di vista prestazionale anche Williams, col grandissimo terzo posto di Stroll, bravissimo a stare anche lui – come Ricciardo – lontano dai guai, ma anche con la buonissima prestazione di Massa, in zona podio prima del ritiro: è mancata l’affidabilità oggi al team inglese, che aveva l’opportunità di fare ancora più punti oggi.
Catapultate in alto dai ritiri degli altri anche Haas, con la grandissima gara di Magnussen (7°) e McLaren, con Alonso che finalmente trova i primi punti stagionali, meritatissimi, col 9° posto. Male i loro compagni: Grosjean con problemi ai freni termina ultimo, mentre Vandoorne non riesce nemmeno a mettersi dietro le Sauber. Team svizzero che chiude la zona punti rischiando però – come Force India – di compromettere tutto con la lotta fratricida tra i suoi piloti, che vengono a contatto, ma alla fine riescono a chiudere decimo Wehrlein e undicesimo Ericsson.
Toro Rosso fa il suo con Sainz, che conclude 8° in piena zona punti, mentre Kvyat purtroppo si deve ritirare per problemi d’affidabilità alla propria vettura. Renault che invece poteva tranquillamente terminare a punti con Hülkenberg, ma il tedesco purtroppo si è schiantato per conto suo contro il muro all’ingresso della zona vecchia dopo aver mostrato una buona performance; bravo comunque a parcheggiare lontano dalla pista, sfruttando una delle poche vie di fuga. Palmer, invece, oggi ingiudicabile: la sua monoposto si è ammutolita dopo pochi giri per la rottura del motore.
Appuntamento tra due settimane a Zeltweg, in Austria.