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Arriva il quarto appuntamento con il ‘monday review’ del Mondiale 2018 della Formula 1. Il Gran Premio d’Azerbaijan è stato la “fiera degli eventi casuali” che come al solito ha intrattenuto milioni di spettatori incollati alla televisione desiderosi di scoprire chi avrebbe avuto la meglio nel “ring” di Baku. È Lewis Hamilton a conquistare il successo nel territorio azero per la prima volta in questa stagione e per la prima volta nella sua carriera in Azerbaijan, togliendosi una nuova soddisfazione.
Tra spettacolo e polemiche, il GP d’Azerbaijan non è passato inosservato. Il circuito cittadino da 6 chilometri di lunghezza ha lasciato ampio margine di battaglia ai piloti che hanno affrontato le strette curve con il muretto all’esterno col brivido di poter finire la gara da un momento all’altro. Tanti sorpassi, tante ruotate e due safety car a stravolgere la faccia del Gran Premio mescolando le carte in continuazione.
LEWIS, +4 DI FORTUNA – L’inizio di questo 2018 per Hamilton non è stato esaltante. Ancor prima della gara di Baku, Lewis era alla ricerca della prima vittoria dopo aver fallito l’obiettivo nei primi 3 Gran Premi nonostante la pole conquistata in Australia. In Azerbaijan, invece, al primo successo è riuscito a balzare immediatamente in testa alla classifica pescando dal mazzo di carte un “+4”. Un prezioso vantaggio di quattro punti sul rivale Sebastian Vettel che di gare, nelle prime quattro, ne ha vinte due. Una pesca “fortunata” per Hamilton che a Baku è stato spettatore non pagante degli eventi guardando davanti a sé Vettel scappar via alla partenza ed alla restart della safety car, per poi vedere lo stesso Seb che alla seconda ripartenza da safety va lungo in curva e sfruttar, successivamente, la foratura del compagno Valtteri Bottas nel lungo rettilineo. Un tappeto rosso per la vittoria, senza nemmeno dover sforzarsi per difendere la propria posizione o tentare un sorpasso al limite con l’incubo delle barriere. Lewis ha semplicemente pescato dal mazzo un +4 e lo ha rifilato al suo rivale, senza possibilità di risposta. Un week end perfetto dal punto di vista del risultato ma il campione in carica deve ancora dare il meglio di sé.
VETTEL PESCA L’IMPREVISTO – Dal gioco di carte di Hamilton passiamo al gioco di società di Vettel, con un altro risvolto. Anche il pilota della Ferrari pesca da un mazzo trovando un imprevisto, precisamente al giro 40, con l‘incidente fra Max Verstappen e Daniel Ricciardo. Una clamorosa auto-eliminazione in casa Red Bull che ha inciso negativamente sulla gara di Vettel, pole-man del sabato ed assoluto protagonista della gara. Il contatto fra i due “torelli” ha regalato la prima posizione a Bottas che, a differenza di Vettel e Hamilton, partendo dalla terza piazza ha deciso di allungare il long run sperando in una safety car a sorpresa. Il contatto fra Verstappen e Ricciardo ha permesso al pilota finlandese di effettuare il pit-stop sotto regime di safety mantenendo così invariata la sua prima posizione ed a ruota anche Seb e Lewis son tornati ai box per montare gomme fresche nella speranza di giocarsi il tutto per tutto negli ultimi giri.
La lunga attesa dietro a Bottas con la safety car che gira in pista anche per la rimozione della macchina di Romain Grosjean, schiantatosi scaldando le gomme, fa perdere quel pizzico di lucidità a Vettel per tentare l’assalto non appena si attua il restart. Bottas parte bene ed il ferrarista viene attaccato prima all’esterno e poi all’interno da Hamilton. L’unica mossa per difendersi e per tentare l’attacco allo stesso tempo era quella di inserirsi all’interno curva sperando di avere grip in uscita per completare una manovra che sarebbe stata assolutamente pazzesca. Purtroppo Vettel va lungo, spiattella la gomma e va in difficoltà tanto che anche Sergio Perez lo scavalca agevolmente con la Force India. La foratura di Bottas gli permette di guadagnare una posizione chiudendo quarto al traguardo ma, allo stesso tempo, il gap in classifica si allunga perché Hamilton dai 18 punti della seconda posizione passa ai 25 della vittoria. Un imprevisto che non ci voleva anche se la comune critica per Vettel nel post gara è proprio quella riguardante la lucidità , perché probabilmente se non avesse tentato l’affondo alla prima occasione, Bottas avrebbe potuto colpire ugualmente il detrito. Ma in quel momento era un “must try”, senza alcun rammarico.
RICCIARDO E VERSTAPPEN IN PUNIZIONE – Una battaglia splendida e divertente per il pubblico “senza tifo”, dolorosa ed estenuante per gli uomini Red Bull. Al quarto round a Baku Ricciardo e Verstappen distruggono tutto il lavoro del team buttando via una grossa opportunità di conquistare punti importanti per la classifica piloti e costruttori. La lunga lotta per il quarto posto ha portato i due torelli a sfidarsi ad ogni giro tra scie, sorpassi, contro-sorpassi e ruotate. Daniel e Max inizialmente sono andati in difficoltà nel diretto confronto con le Renault di Carlos Sainz e Nico Hulkenberg per poi riprendersi nuovamente le proprie posizioni sfruttando il netto calo delle monoposto francesi. I due son stati autori di una lunga battaglia inizialmente vinta da Ricciardo che, dopo una serie di difese al limite di Verstappen, è riuscito a superare il compagno di squadra poco prima del pit-stop. È proprio Daniel a fermarsi per primo nel tentativo di difendere la posizione ma nel giro successivo Verstappen lo beffa uscendo velocemente dal box e riconquistando la posizione grazie a questa strategia. Ricciardo non ci sta ed al 40° giro lo punta deciso prendendogli tutta la scia dietro gli scarichi per poi cambiare due volte traiettoria, dall’esterno fino all’interno. Verstappen si difende eccedendo anch’esso nel cambio traiettoria, cosa che un pilota davanti non può fare, finendo per chiudere lo spazio a Daniel che non riesce prontamente ad alzare il piede anche per via dello scarso grip. Una manovra completamente sbagliata da entrambi i piloti che tornano ai box con la consapevolezza di aver buttato via un week end di lavoro. La Red Bull chiarisce che non esistono ordini di scuderia e che i due piloti possono battagliare, ma nel rispetto delle regole ed in maniera pulita. Nulla di tutto questo fa bene alla sana competizione ed alla crescita di un team stanco di esser il terzo incomodo nella lotta Mercedes-Ferrari.
Ne abbiamo viste veramente tante a Baku: senza contare il contatto iniziale fra Esteban Ocon e Kimi Raikkonen con il quale il francese è andato a muro e si è ritirato mentre il ferrarista, dopo lo scivolamento in dodicesima posizione per la sostituzione dell’ala, è riuscito anch’esso con la safety a recuperar posizioni per poi salire sul secondo gradino del podio. Sergio Perez ha conquistato i primi punti di questa stagione chiudendo incredibilmente terzo mentre Charles Leclerc ha esternato tutta la sua gioia con un pazzo team radio per il sesto posto, un ottimo risultato per il rookie della Sauber di casa Ferrari. Poi Fernando Alonso, ancora una volta a punti nonostante l’arrivo in pit-lane con sole due gomme a seguito di un maxi-incidente al primo giro. Ed infine Valtteri Bottas, incredibilmente sfortunato e sconfitto da un detrito presente casualmente sul rettilineo del traguardo.
Ed ora un’altra settimana di pausa prima di volare a Barcellona per il Gran Premio della Spagna (11-13 maggio). Una delle tappe storiche del campionato mondiale della F1 in una delle piste più amate dai piloti, ben conosciuta soprattutto per i test prestagionali. Hamilton arriverà da leader del Mondiale con 4 punti di vantaggio su Vettel in un piccolo tentativo di fuga a due con tutti gli altri piloti distanti dopo la pazza gara di Baku. Ma arriveremo solamente al quinto dei ventuno round stagionali, quante cose devono accadere ancora?