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Come a Singapore, quest’oggi sono stati sovvertiti i pronostici. Si pensava a una pista pro Mercedes, anche se non con un dominio totale, difatti i grigi di Stoccarda si sono ritrovati come terza forza. La scarsa affidabilità Ferrari, senza dubbio quest’oggi la vettura più veloce in pista ma altrettanto fragile, consente comunque ad Hamilton di allungare di altri 6 punti il proprio vantaggio su Vettel. Red Bull, meglio di Mercedes, si limita a raccogliere ciò che Ferrari lascia per strada. La vittoria di Verstappen, dal giro 4, non è più in discussione, è stata più tosta per Ricciardo che prima ha dovuto superare Bottas, poi ha dovuto difendersi dal grande ritorno di Vettel nel finale. Hamilton mostra il suo talento una volta di più mostrando, a sprazzi, una velocità che oggi la Mercedes non ha, girando qualche volta sui tempi di Red Bull e Ferrari, mentre Bottas è semplicemente inesistente e si prende una vita di distacco da Vettel, che pure era partito ultimo. Vettel che è stato praticamente sempre l’uomo più veloce in pista, anche con una mescola di svantaggio dagli altri, autore di una gara magistrale, mentre Räikkönen non riesce neppure a partire: peccato perché è la seconda gara consecutiva dove la Rossa è nettamente superiore come performance a Mercedes, ma non riesce a capitalizzare. Riguardo però le prossime gare, attenzione agli sviluppi: Ferrari si è presentata qui con un fondo nuovo che ha funzionato alla perfezione, mentre Mercedes ha portato un maxi aggiornamento che non ha portato alcun beneficio, anzi, pare sia stato dannoso se è vero che Hamilton con la configurazione vecchia è andato molto più forte rispetto sia a Bottas, che invece l’aveva, sia a sé stesso con il nuovo assetto.
Il primo degli altri è Pérez, 6°, con una Force India che mostra la solita competitività da quarta forza, delude invece Ocon, 10°, che oggi sembrava quasi essere invisibile per gli altri, visto che lo allargavano sempre come se non ci fosse. McLaren stupisce, con un super Vandoorne che chiude 7° dopo un’ottima partenza e un solo sorpasso subito, da Pérez. Alonso, 11°, è autore invece di una buona gara, condizionata però da una strategia errata e a conti fatti il belga lo surclassa. Buona performance anche per Williams, che porta entrambe le vetture in zona punti, con Stroll, 8° e in versione Maldonado nel giro d’onore, davanti a Massa, 9°.
Netto passo indietro invece per Toro Rosso e Renault. Gli italiani vedono Sainz fuori con problemi alla power unit mentre navigava nella bassa zona punti (senza però aver ancora fatto la sosta a differenza dei piloti alle sue spalle) e Gasly che chiude 14°, dal quale però non era lecito aspettarsi troppo, trovandosi alla prima gara con una vettura non molto competitiva. I francesi, invece, sono stati senza dubbio i più deludenti. Dopo Singapore, dove Hülkenberg si è ritirato mentre era 5° e Palmer invece ha chiuso ottimo 6°, qui finiscono solo 15° l’inglese e 16° il tedesco.
Mette in mostra qualcosa di più rispetto alle ultime uscite Haas, anche se la zona punti rimane ancora un po’ lontana: Magnussen è 12°, Grosjean 13° con una seconda parte di gara in rimonta dopo il disastro della prima. Sauber, invece, è sempre più Cenerentola: Wehrlein è 17° e penultimo e precede il solo Ericsson. La strategia del tedesco evidenzia la scarsissima competitività della vettura svizzera: Wehrlein è anche 10° sfruttando le soste altrui, ma poi gli saltano tutti sulle orecchie finché il pilota di scuola Mercedes, ancor prima di fermarsi ai box, è già nuovamente nelle posizioni che gli competono.
Ferrari, Mercedes e Red Bull sono quasi alla pari in queste ultime due gare: tra le tre, la più veloce ma la meno affidabile la Rossa; la più lenta ma la più affidabile quella di Stoccarda; a metà tra le due Red Bull. Ora si vedrà a Suzuka, pista che, al di fuori del primo settore, si sposa di più con Mercedes che con le altre due. Ma doveva essere così anche a Sepang, invece si è visto ben altro. Appuntamento tra una settimana in Giappone.