Ciclismo

Tour de France 2018: Thomas e Froome, strapotere Sky. Il coraggio di Valverde e Dumoulin non basta

Chris Froome - Foto di Michelle Cound CC BY-SA 3.0

Il Team Sky lascia con forza il segno sul Tour de France 2018. L’undicesima tappa con arrivo in quota a La Rosière ha infatti lanciato Geraint Thomas alla conquista della vittoria di giornata e della maglia gialla, sfilata a uno splendido Van Avarmaet che niente oggi ha potuto. Ma anche Chris Froome regala spettacolo sull’ultima salita, staccando tutti con un paio delle sue ormai celebri “frullate” e andando a raggiungere uno stoico Tom Dumoulin. L’olandese della Sunweb ha infatti anticipato i diretti rivali attaccando in discesa, una mossa tanto coraggiosa quanto apprezzabile per cercare di mescolare le carte in tavola. Questi tre campioni adesso occupano le prime posizioni della generale: Thomas è in giallo con 1’25” sul suo (presunto?) capitano, mentre Dumoulin paga 1’44” dal gallese. Tutta da scoprire adesso la tattica di Sky, in possesso di due carte che potenzialmente potrebbero rivelarsi entrambe vincenti: ma solo uno potrà essere in giallo a Parigi.

QUANDO IL CORAGGIO NON BASTA – Dumoulin però non era stato il primo big a muoversi in prima persona. Da applaudire infatti anche un impavido Alejandro Valverde, spesso tacciato di eccessivo attendismo ma oggi all’attacco da lontano per provare a smuovere il suo Tour e quello della Movistar. L'”Embatido” ha lottato, ma alla fine le gambe non hanno retto il ritmo di Dumoulin e al traguardo Valverde ha pagato oltre tre minuti da Thomas. Del resto la formazione della Movistar può vantare come punte anche Landa e Quintana, ma quest’ultimo sembra ormai sempre più il capitano unico dopo la tappa odierna.

LO SQUALO ANNASPA – Giornata complicata per quasi tutti, incluso Vincenzo Nibali. A tratti di difficile comprensione la condotta tattica dello “Squalo”, che prima mette i fidi gregari Pellizzotti e Pozzovivo in testa al gruppo poi però non segue Dumoulin nella discesa che è da sempre il suo terreno ideale. Nell’ultima salita il siciliano soffre i cambi di ritmo di Froome e Daniel Martin da cui perde le ruote, arrivando insieme a Quintana, Bardet e il sempre più sorprendente Roglic. Il bicchiere mezzo pieno è comunque rappresentato dalla classifica generale, che vede Nibali al quarto posto a 2’14” da Thomas e con ancora un discreto margine su Quintana e Bardet. La speranza è quella che nella terza settimana la condizione possa salire di colpi per cercare di sferrare qualche attacco al podio.

I BOCCIATI – La seconda tappa alpina intanto condanna anche qualche corridore che puntava alle prime posizioni della generale. Definitivamente uscito di scena Rigoberto Uran dopo le cadute di domenica, anche Rafal Majka abbandona ogni sogno di fare classifica. Ritardi pesanti anche per Adam Yates, Bob Jungels, Ilnur Zakarin e Jakob Fuglsang: per loro sarà molto complicato rientrare in lizza per le prima 7-8 posizioni della classifica finale. Il ritmo indiavolato di oggi miete anche vittime illustri tra i velocisti: Mark Cavendish e Marcel Kittel sono infatti arrivati fuori tempo massimo al traguardo e salutano così la Grande Boucle. Con Cannonball se ne va anche il fidato compagno di mille volate Mark Renshaw. Menzione d’onore per Rick Zabel: il tedesco figlio d’arte arriva fuori tempo massimo per appena cinque secondi, ma la giuria lo grazia e decide di ripescarlo. Per sua sfortuna però le Alpi non sono ancora finite.

L’ALPE PER ALTRE BATTAGLIE – E adesso il bello deve ancora venire. Perchè la dodicesima tappa propone 175,5 km con tre GPM hors categorie, tra cui l’arrivo iconico in vetta all’Alpe d’Huez: si tratta di un luogo simbolo del ciclismo, teatro di imprese indimenticabili tra cui è impossibile non citare quelle di Marco Pantani. Vedremo se sarà ancora un monologo Sky o se invece qualche avversario riuscirà ad insinuare qualche incertezza nella forza granitica di Thomas, Froome e compagni.

 

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