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Da capoGiro. Nell’epoca del ciclismo calcolato, senza strappi, regolare, è stato l’unico a regalare l’emozione del colpo di scena. Vincenzo Nibali, trionfatore della Corsa Rosa 2016, si è reso protagonista lo scorso anno di una rimonta da sogno, vissuta tutta nelle ultime due tappe, dopo un inizio caratterizzato da tanti problemi fisici. Lo Squalo di Messina, però, ha saputo buttarsi le critiche alle spalle, ha fatto forza delle sue debolezze nella settimana centrale ed è risorto tra i muri di neve del Colle dell’Agnello. Uno dopo l’altro, sono saltati Steven Kruijswijk ed Esteban Chaves: impossibile reggere il ritmo di un Nibali così.
Anno nuovo, squadra nuova. Il neo-capitano della Bahrain Merida è pronto anche in questo 2017 a dare spettacolo. E ha confessato a Sportface.it le sue emozioni in vista del #Giro100, quello più atteso dall’intero mondo del ciclismo: “Un onore. Non potrebbe essere altrimenti. È un’edizione storica e in più c’è il legame affettivo: quest’anno una tappa (la quinta, mercoledì 10 maggio, ndr) arriverà a Messina, la mia città natale. Pedalare nella mia regione sarà emozionante: la Sicilia non ha molte occasioni per vedere i più grandi ciclisti del mondo. E il Giro100 le sta offrendo questa possibilità”.
E infatti questa edizione della Corsa Rosa ha un sapore speciale per i corridori isolani. Doveva essere così anche per Fabio Aru, il sardo dell’Astana, che ha annunciato in questa settimana la sua rinuncia al Giro d’Italia 2017 a causa di un infortunio subito in allenamento. Il duello Aru-Nibali, ex compagni di squadra fino allo scorso anno, doveva essere uno degli spunti più attesi sulle strade italiane: “Sono dispiaciuto parecchio per Fabio Aru. Sarà un vero peccato non vederlo ad Alghero. Per noi isolani questo Giro100 era un’occasione speciale e fa piangere il cuore perderla in questo modo. In ogni caso, Aru ha tante risorse e sono convinto che tornerà a pedalare più forte che mai”.
E siamo convinti anche noi che il Cavaliere dei quattro Mori potrà rifarsi in futuro, l’età è dalla sua. Ma il Giro è adesso ed è tempo di pensare a quale sarà la tattica più adatta per poter mettere insieme uno storico triplete, dopo le vittorie del 2013 e del 2016: “Il Giro è una corsa imprevedibile – dice Nibali – e sarà fondamentale saper leggere le situazioni di gara. Ogni tappa può nascondere delle insidie e la tattica migliore è quella di guardarsi intorno e anticipare le mosse di chi ti sta intorno. Bisogna essere bravi ad attaccare e a difendere: le due cose possono tranquillamente coesistere”.
Nibali, solitamente, riesce a dare il meglio di sé nell’ultima settimana. Un diesel che esprime la sua massima potenza sui terreni in salita degli ultimi giorni di gara. Ma per vincere il #Giro100 serve continuità, come quella davvero incredibile e livellata verso l’alto con cui il siciliano riuscì a trionfare sotto l’Arco di Trionfo, nel Tour de France 2014: “Bisogna essere al 100% dal primo all’ultimo giorno per poter vincere quest’edizione della Corsa Rosa. Prima o ultima settimana è lo stesso. Non so qual è il mio punto debole in questo momento, ma l’idea è quella di dare tutto in ogni tappa. Occhio alla cronometro del Sagrantino (in Umbria, tra Foligno e Montefalco, alla tappa numero 10, ndr) e all’arrivo sull’Etna (tappa 4, ndr): saranno due momenti cruciali del Giro d’Italia“.
Dare tutto per evitare gli attacchi dei grandi nomi. C’è uno su tutti, in particolare, che sembra avere una condizione eccezionale: “Nairo Quintana. Il colombiano che abbiamo visto nella prima parte della stagione è senz’altro l’uomo da battere. Ma ci sono anche tanti altri corridori che si possono esprimere ad altissimi livelli. In una corsa molto dura e spettacolare non mi meraviglierei se ci fossero delle sorprese. Ricordate cosa ha fatto Kruijswijk l’anno scorso?”.
E infine gli assenti. Chris Froome, come al solito, si concentrerà anche quest’anno interamente sul Tour de France. In una recente intervista a Cycling Weekly aveva detto “se chiedi alla gente in strada chi ha vinto il Giro d’Italia, loro ti rispondono: il Giro di che?”. Ma Nibali spegne le polemiche: “Froome conosce bene l’Italia e le sue strade. Mi viene da pensare che le sue parole siano state male interpretate”. Ci fidiamo di Vincenzo. E gli auguriamo un #Giro100 pieno di soddisfazioni.