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Rocambolesca la sfida tra Genoa e Lazio, allo stadio Marassi finisce 2-2 la gara valida per la 32ª giornata di Serie A. La squadra rossoblù, con il ritorno del tecnico Juric in panchina dopo l’esonero di Mandorlini, va in vantaggio per due volte: Simeone ritrova il gol, Pandev segna il classico dell’ex. I biancocelesti, invece, recupera il risultato due volte: prima con Biglia su calcio di rigore, poi con l’inedito Luis Alberto in pieno recupero. Ecco tutti i voti del match.
GENOA (3-4-3)
Lamanna 6.5
Torna tra i pali e lo fa bene. Allunga la mano a sventare il tiro di Keita, di fatto pare il rigore di Biglia salvo poi arrendersi sulla ribattuta. Nella ripresa regala belle parate, decisiva quella su Immobile verso il finale di gara.
Munoz 5.5
Sembra soffrire maggiormente le accelerate di Felipe Anderson e Keita, Immobile non è un cliente migliore. Si fa valere con il fisico, per quanto può.
Burdisso 5
Para con la mano, in area di rigore, il tiro dalla distanza di Felipe Anderson e regala il penalty alla Lazio. Poco prima, aveva rischiato pure per un fallo su Parolo. Peccato, aveva controllato discretamente Immobile nel primo tempo.
Gentiletti 6
Non sembra ancora al 100%, nonostante l’infortunio sia di lunga data ormai. Dimostra buona intuizione nel bloccare le traiettorie biancocelesti.
Lazovic 6
Corsa e grinta, ha il grande merito di confezionare l’assist al bacio per Pandev che vale il raddoppio del Grifone. A tu per tu con Radu, vince il duello poi non soffre neanche al cospetto di un più offensivo Lukaku.
Veloso 6
E’ mancata, e molto, la regia del centrocampista. Detta i tempi della manovra, non è ancora al massimo, ma il talento non si discute. Nel secondo tempo le sue doti di interdizione e la sua visione di gioco lasciano il posto a un regista offensivo come Rigoni. (Dal 61′ Pandev 7: Juric tenta la carta del macedone come trequartista puro, nella ripresa, per vivacizzare le azioni offensive del Genoa. Il grande ex della gara ha il merito di riportare i suoi in vantaggio).
Ntcham 6
Juric gli dà fiducia e il centrocampista lo ripaga con una prova di grande carattere e quantità in mediana. Meglio in fase di interdizione che di impostazione, buon filtro in mezzo al campo.
Laxalt 6.5
Spinge sulla fascia sinistra, bravo a farsi trovare dai compagni, non meno in fase di copertura. Ingaggia un duello spigoloso con Keita, sul campo e non solo: i due sono protagonista di una rissa sfiorata. E’ una spina nel finaco, e tra i più pericolosi, per tutta la partita.
Rigoni 6.5
Magistrale il lavoro su Biglia, marcato per impedirgli il ruolo di uomo d’ordine nel centrocampo laziale. Con la sostituzione di Veloso, si sposta in cabina di regia, con caratteristiche più offensive rispetto al compagno di reparto. (Dal 72′ Cataldi s.v.: appena più di un quarto d’ora per il centrocampista della Lazio in prestito al Genoa, non è piaciuta ai tifosi biancocelesti l’esultanza al gol di Pandev).
Simeone 7
Da Juric a Juric, nel segno del Cholito. Non provava l’ebbrezza del gol dal 29 gennaio, doppietta alla Fiorentina. Il ritorno in panchina del tecnico croato gli fa ritrovare la rete e gli permette di siglare il vantaggio rossoblù. (Dal 88′ Hiljemark s.v.).
Palladino 7
Un enorme lavoro di sacrificio per l’esterno, instancabile anche in fase di copertura e di possesso palla. Quando, poi, spinge sulla fascia in avanti, mette spesso Basta in difficoltà. Pennellato il cross per Simeone che regala il vantaggio al Genoa.
All. Juric 7
Ritorno in grande stile per il tecnico, prima esonerato dal presidente Preziosi poi richiamato a salvare la barca di Mandorlini. Ha il merito di rivitalizzare Simeone, di giocarsi bene i cambi nella ripresa e di conquistare un pareggio – anche se sa di beffa – contro la quarta in classifica.
LAZIO (4-3-3)
Strakosha 5.5
Il Genoa ci prova spesso e In alcuni momenti della partita si dimostra attento. Non fa il miracolo sul gol di Simeone, ma potrebbe fare decisamente meglio sulla rete di Pandev, quando non esce sull’attaccante macedone. Fondamentale nel finale.
Basta 5.5
Manca la brillantezza, manca la spinta sulla fascia e l’apporto alla catena di destra. Soffre spesso le accelerate e il lavoro di Palladino, che lo mette in difficoltà.
de Vrij 6.5
Ha un obiettivo ben preciso, marcare stretto Simeone, il più pericoloso degli attaccanti avversari, e quando lo lascia succede in disastro. Riesce sempre ad anticiparlo, nonostante sia appena rientrato da un infortunio. Le intercetta tutte, ritorno in gran stile dell’olandese dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori con il Napoli.
Hoedt 5.5
Come Biancaneve al morso della mela, l’olandese si addormenta su Simeone in piena area di rigore così da lasciare libero l’argentino di firmare il vantaggio. Prova a riscattarsi con un gran tiro dalla distanza, respinto da Lamanna.
Radu 5.5
Come il terzino sull’altra fascia, non è la giornata migliore neanche per lui. Che non avanza mai abbastanza sulla fascia e, per la sua esperienza, patisce fin troppo le avanzate di Rigoni e Lazovic. (Dal 72′ Lukaku 5.5: Inzaghi spera di trovare maggior spinta con il belga, che non entra benissimo in partita come nelle ultime prestazioni).
Parolo 6.5
Bravo quando c’è da rendersi pericoloso in attacco, non fa mai mancare gli inserimenti a favore delle offensive laziali. Una gara di assoluto sacrificio, però, anche in fase di interdizione e – addirittura – di copertura. Vedi l’anticipo su Palladino nella ripresa. (Dall’80’ Luis Alberto 7: quando entra in campo, tutti si aspettano i soliti dieci minuti incolore per lo spagnolo che ha trovato pochissimo spazio in stagione. E invece è proprio lui a decidere la partita, firmando il 2-2 nel recupero con un tiro dal limite).
Biglia 6.5
Nei momenti difficili per la Lazio fa il capitano e predica calma contro il nervosismo dei suoi. Fosforo in cabina di regia, dà il la alla manovra biancoceleste e si sacrifica a supporto della difesa. Riapre la partita, con il gol del pareggio biancoceleste, ribadendo in rete la respinta di Lamanna sul calcio di rigore calciato non benissimo.
Milinkovic-Savic 6
Meno decisivo del solito, un po’ più confusionario del solito. Non fa mancare gli inserimenti ed è presente nelle azioni offensive della Lazio, cercando anche la via del gol. Se ne divora uno, però, proprio nel finale di partita. Quello sì, che sarebbe stato decisivo. Per festeggiare al meglio il rinnovo di contratto.
Felipe Anderson 5.5
A suo modo, decisivo. Il tiro del brasiliano dalla distanza, parato di mano da Burdisso in area, vale il calcio di rigore. Non mancano i soliti dribbling e gli uno contro uno, ma non regala chissà quali brividi. Si incaponisce spesso, vorrebbe farsi il regalo di compleanno, ma esce scuotendo la testa e filando dritto negli spogliatoi. Immaturo. (Dal 68′ Lombardi 5.5: si divora un gol clamoroso, quello della rimonta, quando – tutto solo davanti a Lamanna – calcia d’esterno al lato della porta).
Immobile 5.5
E’ vero che non gli arrivano troppi palloni facili da spedire in rete, ma altrettanto che il solito killer instinct non è eccellente come al solito. Morde le caviglie agli avversari, si sacrifica e si va a prendere palla. Ma si mangia pure un paio di reti, impattando su un difensore e su Lamanna.
Keita 6
Il forfait di Lulic, gli regala una maglia da titolare dopo aver recitato il ruolo di asso nella manica dalla panchina. Dimostra, ancora una volta, che carbura alla distanza. E’ pericoloso, certamente, ma anche altrettanto fumoso. Spreca sempre un passaggio di troppo, arriva al tiro in ritardo, ingaggia un inutile duello con Laxalt. Ma è anche il più pericoloso.
All. Inzaghi 6
Dopo la prova di maturità fallita con il Napoli, ha chiesto alla Lazio una reazione. Sarà soddisfatto a metà, il tecnico biancoceleste, che urla talmente tanto contro i suoi e contro l’arbitro da beccarsi l’espulsione. Ritrova i big de Vrij e Biglia, azzecca le sostituzioni e viene ripagato dall’inaspettato gol di Luis Alberto per un pareggio di cuore e carattere. Per fortuna, anche le concorrenti per l’Europa hanno pareggiato.