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L‘Inter schianta la Lazio per 3-0, nell’anticipo della 18ª giornata di Serie A allo stadio San Siro. Il bolide di Banega e la doppietta di Icardi regalano alla squadra nerazzurra dell’ex Pioli la terza vittoria consecutiva. I biancocelesti del tecnico Inzaghi, invece, capitolano dopo la vittoria contro la Fiorentina e chiudono con una sconfitta il 2016.
INTER (4-2-3-1)
Handanovic 6.5
Due grandi parate nel primo tempo, entrambe su Immobile, poi lavoro di ordinaria amministrazione. Infonde sicurezza al reparto, difficile vederlo sbagliare. Attento anche nella ripresa, il destro di Keita non lo sorprende, la porta nerazzurra è ancora una volta blindata.
D’Ambrosio 6.5
Lulic lo mette in difficoltà, quando accelera il bosniaco fa paura. Con il passare dei minuti il terzino nerazzurro riesce a prendergli le misure, il suo salvataggio proprio sul sinistro del laziale gli infonde coraggio. Nella ripresa spinge con convinzione, l’assist per il colpo di testa di Icardi è da far vedere e rivedere.
Miranda 6
Il brasiliano ingaggia un duello tutto verdeoro con Felipe Anderson uscendone spesso vincente. Quando non ci arriva con la classe, si arrangia con il mestiere. Per una sera sembra essere tornato quello di un tempo.
Murillo 6
Immobile lo mette in difficoltà nei primi minuti di partita, poi prende le misure. Bravo nell’anticipo, riesce spesso a contrastare gli avanti laziali. Prestazione convincente, finalmente.
Ansaldi 6
L’ex Genoa spinge di più rispetto al collega sull’altra fascia, una spina nel fianco laziale. Utile anche quando difende, la grinta di certo non gli manca. (Dal 62′ Nagatomo 6: entra per far rifiatare il compagno, già ammonito. Punta tutto sulla corsa, con il risultato già acquisito ha vita facile).
Brozovic 6
Un passo indietro rispetto alle ultime uscite, ma il centrocampista di Pioli riesce comunque a strappare la sufficienza. Merito di una partita di sacrificio, pressa tutti e spezza sul nascere molte delle iniziative biancocelesti.
Kondogbia 6.5
Il pubblico lo applaude e già questa è una notizia. Lui ricambia con giocate di fino e gioco a due tocchi, proprio ciò che gli chiede Pioli. Il francese fornisce una prova più che sufficiente, giocando una quantità incredibile di palloni e sbagliando poco: una rondine non fa primavera, ma la cessione, dopo stasera, appare più lontana.
Candreva 6
Solita corsa, ma non sembra in serata. Dovrebbe avere il dente avvelenato, come succede per qualsiasi ex, ma lo spunto non è quello dei giorni migliori. Mette in area molti cross, ma punta più sulla quantità che sulla qualità: sarà anche il giocatore che crossa più in Serie A, ma quelli veramente pericolosi si contano sulle dita di una mano. (Dall’85’ Gabriel Barbosa s.v.)
Banega 6.5
Cerca la posizione giusta per tutta la prima frazione, non sempre riesce a trovarla e si accende a intermittenza. Si incolla a Biglia e limita il gioco avversario. Poi ha il grande merito di spezzare l’equilibrio, quando vede le romane è implacabile: il suo destro all’incrocio non lascia scampo a Marchetti. (Dal 74′ Palacio s.v.)
Perisic 6
Evanescente, non riesce mai a ingranare la marcia superiore. Ben contenuto per tutto il primo tempo, è capace di alternare grandi giocate e pause incredibili: in una serata in cui all’Inter riesce tutto il croato si limita al compitino. Può fare di più.
Icardi 7
Spettatore non pagante per tutto il primo tempo, gli bastano tre palloni nella ripresa per lasciare il segno: sul primo è brava la difesa laziale a salvare sulla linea, sul secondo è letale anticipando de Vrij e mettendo a segno le 13esima rete stagionale. Non contento concede anche il bis, chiudendo la contesa con largo anticipo.
All. Pioli 7
Concede una chance a Kondogbia e Banega, entrambi lo ripagano con una prestazione maiuscola. Indovina tutte le mosse, il confronto con Inzaghi lo vede prevalere nettamente: il maestro è ancora lui, l’allievo dovrà aspettare almeno la gara di ritorno per tentare nuovamente di superarlo.
LAZIO (4-3-3)
Marchetti 5.5
Incassa tre gol alla Scala del calcio. Forse non sarà sua responsabilità, ma neanche fa miracoli per evitarli. Sul bolide di Banega intuisce ma si fa piegare la mano, lo stesso sul tris di Icardi. Potrebbe far meglio.
Basta 5.5
Perisic se lo beve sulla corsia destra, nonostante non sia neanche troppo in serata, quando la stanchezza si fa sentire nel secondo tempo. In velocità si fa superare, in avanti invece prova a dare una mano a Felipe Anderson. E’ tornato in forma, dopo aver rifiatato con la Fiorentina.
de Vrij 5
Quando sbaglia, è già una notizia. Un errore non da lui, lasciarsi sfuggire in marcatura Icardi e concedere il secondo gol nerazzurro. Un peccato, dopo un primo tempo ai soliti livelli da gran difensore centrale.
Wallace 6
Torna ad affiancare de Vrij, dopo l’ultimo turno in panchina. La coppia non brilla, spesso subisce le incursioni avversarie. Il brasiliano, personalmente, è sempre puntuale negli anticipi per tutto il primo tempo e abile nel rilanciare la manovra dalla retroguardia.
Patric 6
Torna titolare, dopo aver accettato tanta panchina, per il forfait di Radu. Conferma i miglioramenti in fase difensiva, spinge sulla corsia sinistra molto più del suo omologo sull’out opposto. E’ il migliore della retroguardia biancoceleste. (Dal 59′ Keita 6: Inzaghi lo lascia in panchina, il senegalese entra nella ripresa e dimostra quanto avrebbe fatto comodo dal primo minuto. Fumoso sì, ma sposta gli equilibri).
Parolo 5.5
Si riprende il posto in mediana, dopo l’ultimo turno di squalifica. Pensa più a far legna a centrocampo, pur accompagnando sempre l’azione offensiva biancoceleste. Tanto sacrificio e corsa per la squadra, ma meno inserimenti del solito.
Biglia 5.5
In molti gli hanno preso le misure. Ci è riuscita la Roma nel derby, lo ha capito l’ex tecnico Pioli che tanto bene lo conosce. Banega ha un unico obiettivo, ingabbiare il regista laziale. Il capitano riesce a liberarsi con qualità, ma non spesso, per questo la manovra dell’argentino è limitata. (Dall’80’ Cataldi s.v.)
Milinkovic-Savic 5
Dopo tante prestazioni sopra la righe, può capitare una partita negativa, come quella del serbo a San Siro. Parte da mezzala e si muove da trequartista, ma il buon primo tempo è un’illusione. Nella ripresa sbaglia troppi appoggi, decisivo quello che regala a Banega la palla del vantaggio nerazzurro.
Felipe Anderson 6
Si accende a intermittenza e non riesce a essere decisivo, ma almeno ci prova fino alla fine. Nel primo tempo fa sognare, quell’azione devastante a dribblare gli avversari come birilli, fino ad arrivare alla conclusione deviata soltanto da Handanovic, avrebbe potuto cambiare la partita sua e della Lazio. E’ comunque il più pericoloso tra i biancocelesti.
Immobile 5
Il gol non arriva da troppo tempo, continua il periodo negativo dell’attaccante. Gli manca la rete, la cerca con la disperazione dell’astinenza, ma trova meno occasioni del solito. Se non un paio nel primo tempo, ma c’è Handanovic a dire di no.
Lulic 5.5
E’ vero che la duttilità è la sua arma migliore, tanto che Inzaghi può permettersi di schierarlo anche nel tridente d’attacco. Ma la prestazione da esterno non è affatto delle migliori. Forse perché gioca con confusione, infiniti errori in disimpegno e tanta corsa anche al posto dei compagni. (Dal 70′ Lombardi 6: entra quando ormai la partita è compressa, difficile chiedergli di rovesciare una disfatta).
All. Inzaghi 5
Il modulo conta poco, è la scelta degli interpreti a destare più di qualche dubbio. Lasciare Keita in panchina non ha molto senso, schierare Lulic al suo posto fa perdere troppa qualità alla Lazio. Con l’assenza di Radu, si sarebbe potuto sfruttare proprio il bosniaco da terzino. La squadra non sa reagire allo svantaggio, perde un’occasione per il salto di qualità, nonostante chiuda in positivo il 2016.