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Juventus e Roma, quante fragilità: fortuna e spirito giusto, in cinque minuti Allegri ribalta Mourinho

José Mourinho
José Mourinho - Foto Antonio Fraioli

Che fortuna aver assistito a questa partita, che bel problema provare a parlarne. All’Olimpico succede di tutto al termine di un match che mette in mostra, tra gol e saliscendi di emozioni, soprattutto una cosa: tutta la fragilità di Roma e Juventus, big sulla carta ma assolutamente non tali in questa fase. In seconda battuta, a fasi alterne ci fa vedere anche come sia i ragazzi di Mourinho (grande inizio di secondo tempo, poi vanificato) che i bianconeri di Allegri (oggi in tribuna) strepitosi nel trovare una rimonta che sembrava francamente impossibile, possano essere squadre degne di questo nome. Peccato che manchi continuità, un gioco fluido e ben riconoscibile, forse anche le pedine giuste per i due allenatori. Così simili, così diverse stasera: nello spareggio per decidere chi può credere realmente di rientrare in lotta per la zona Champions, la Vecchia Signora piazza il colpaccio inaspettato e da 3-1 sotto passa con un 3-4 da antologia. Errori dei capitolini, tantissimi: ma lo spirito mostrato dagli ospiti, per una volta capaci di ribellarsi al solito andamento avverso della partita, è encomiabile.

Non era accaduto contro un Napoli in emergenza, la magia stavolta riesce: quando la partita sembrava persa o comunque scivolata via su altri binari rispetto a quelli voluti, uno scossone dalla panchina (che ingresso, quello di un Morata superlativo) e la capacità di cogliere nel migliore dei modi l’occasione fornita dalla Roma, che dopo il 3-2 va completamente in confusione, frutta tre punti d’oro perché insperati. E’ la vittoria del gruppo: da Landucci che sostituisce egregiamente Allegri, allo stesso Morata che non gioca da titolare ma subentra in modo divino, passando per Szczesny che para da ex il rigore decisivo nel finale, De Sciglio che segna il gol vittoria, Kulusevski che entra e va in gol. Ci sono aspetti positivi, altri però negativi: fra tre giorni c’è la Supercoppa e la Juve la giocherà senza Cuadrado e De Ligt, quest’ultimo sprofondato di nuovo nell’incubo falli di mano.

In casa giallorossa c’è la seconda sconfitta del 2022 su due partite, entrambe big match: se con il Milan la prestazione era stata buona ma lo scontro non era mai stato in pugno, è mortale non aver vinto questa partita per larghi tratti giocata come Mou vorrebbe: 3-1 sopra dopo un’ora, tutto sotto controllo, non si può perdere. E’ forse allo stesso tempo il punto più alto e quello più basso della stagione, e potrà avere pesantissime ripercussioni. Se giochi bene e perdi, qualcosa che non va c’è e bisognerebbe farsi molte domande.

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