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Fiorentina, Rocco Commisso in conferenza: “Vogliamo tenere Federico Chiesa”

Tifosi curva Fiorentina
I tifosi della Fiorentina - Foto Antonio Fraioli

Il nuovo presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha parlato nella conferenza stampa ufficiale a poche ore dall’annuncio del cambio di ruolo. I Della Valle lasciano dopo 17 anni al magnate italo-americano che esordisce spiegando: “Abbiamo voluto fare tutto velocemente, ai dipendenti ho chiesto la stessa cosa: dobbiamo fare le cose in fretta. E’ un modo di fare business diverso, ma sapevo a cosa andavo incontro e spero di aver dato un messaggio importante a Firenze. Cercheremo di risolvere anche le cose infrastrutturali. I soldi sono miei e non devo chiedere autorizzazioni a nessuno, speriamo di fare investimenti intelligenti. Ripeto, datemi tempo, ho bisogno di imparare. A luglio la Fiorentina sarà negli Stati Uniti e giocherà con Arsenal, Benfica e Guadalajara“.

L’intenzione è quella di tenere – spiega il patron – almeno quest’anno, Federico Chiesa. Mi hanno assicurato che non c’è niente di firmato per quanto riguarda il futuro di Chiesa e non voglio che diventi il mio Baggio”.

Sul passato rivela: “La prima offerta che ho fatto per la Fiorentina è arrivata nel 2016, nessuna risposta. Anche nel 2017 la famiglia Della Valle, che ringrazio con grande rispetto per i grandi sacrifici e investimenti e per come ci hanno dato la squadra, non mi ha risposto. Nel 2018 ho smesso di pensare alla Fiorentina, pensavo non volessero vendere. Non volevo perdere tempo. Ho fatto quest’investimento perché la città è bellissima, nonostante avessi ricevuto molte chiamate, anche di città del sud. Ci tengo a far sapere che non voglio far promesse che non posso mantenere. Abbiamo risorse per fare bene, abbiamo negoziato un buon prezzo per entrambe le parti, mi piacciono i rischi altrimenti non sarei qui”.

“So che è un mondo molto diverso – conclude Commisso – un modo diverso di fare business, ma ci proverò. Ormai della mia storia sapete tutto: sono emigrato presto verso gli USA. Saluto tutti i miei paesani, per tutto quello che mi hanno dato. Il calcio mi ha dato tanto. Mi ha dato una borsa di studio quando non avevo soldi. Il mio percorso nel calcio è iniziato nel 1967, anche se l’università non mi aveva visto giocare mi diede la possibilità di studiare e di fare un buon lavoro”. 

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