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L’uomo meno atteso regala alla Francia un’altra attesa finale per tornare ad alzare un trofeo: il blitz sul primo palo di Samuel Umtiti sposta gli equilibri di una semifinale un po’ inespressa e costringe un Belgio discreto ma mai veramente pericoloso a restare a San Pietroburgo per la finalina di sabato. Domenica, invece, tocca ai blues, che aspettano la propria avversaria dal match di domani sera tra Croazia e Inghilterra.
IMPARARE DAGLI ERRORI – Un’altra finale, dicevamo: appena due anni fa la squadra di Deschamps veniva sconfitta nel recupero dal carneade Eder in casa nell’ultimo atto degli Europei che i transalpini sentivano ormai in pugno. Griezmann e compagni non devono commettere lo stesso errore in Russia, perché in caso contrario dopo il bis Mondiali ’98-Euro 2000 potrebbe arrivare una coppia di sconfitte in finale niente male.
GLI ASSI NELLA MANICA – E’ una Francia che convince? In parte. La squadra è solida e compatta, concede poco in fase difensiva e ha grande fisicità nelle zone nevralgiche del campo. I sei match giocati fin qui, però, non hanno lasciato trasparire un gioco fluido e corale: a farla da padrone sono stati gli spunti degli uomini più talentuosi, su tutti Mbappè, che forse ci regala la giocata più bella di questa rassegna e che nel finale poteva risparmiarsi alcuni atteggiamenti da emulo del compagno di squadra al Psg Neymar. E’ comunque un gruppo che sa quello che vuole e come prenderselo in caso di difficoltà. Colpi di testa dei centrali, rigori, autogol, papere del portiere: gli assi nella manica a disposizione dei blues sono tanti e chissà che da domani sera quella parola, con la emme maiuscola, non possa indicare anche il derby che si andrebbe a giocare a Mosca se dovessero passare gli inglesi.
PROVACI ANCORA, BELGIO – Del Belgio resta un bel ricordo, parzialmente offuscato questa sera da una prestazione un po’ remissiva. E’ mancata la personalità ad altissimi livelli, specie negli uomini chiave De Bruyne e Lukaku, meno in un sempre in forma Hazard. In ogni caso la squadra di Martinez, forse, non avrebbe mai immaginato di poter arrivare a giocare sette partite, anche se l’ultima sarà una malinconica passerella di talenti che, però, fra quattro anni (o due, con Euro 2020 nel mirino) nel pieno della maturità potranno ancora dire la loro.