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“Il calcio si vive 24 ore su 24. Quando uno dorme, c’è un altro che è sveglio e sta pensando, e si sta prendendo così un vantaggio. Se vado al cinema, fosse anche un film bellissimo, in certi momenti magari lenti inizio a pensare chi fare giocare, se Joao Felix o Correa. Nella tua testa non smetti di pensare: spesso il mio modo di rilassarmi è immaginare come mettere la squadra”. Spiega così Diego Simeone l’impatto che ha lo sport sul suo quotidiano. L’allenatore dell’Atletico Madrid si racconta in una lunga intervista a “Ole'”, partendo dalla passione per il suo lavoro e passando per la sua ormai lunghissima avventura al timone dei colchoneros. “Tutto quello che cerco è vedere quello che mi piace, identificarmi nei calciatori che portano in campo quello che voglio, che sia un’amichevole, la Coppa del Re o una finale di Champions. Voglio una squadra che sia competitiva perché il giorno dopo tutto quello che conterà è se hai vinto o se hai perso. Per questo ogni allenamento deve essere una ricerca di miglioramenti, stare addosso al giocatore perche’ non senta che siamo qui da dieci anni, perch si renda conto che, se perdiamo 4 partite, possono cacciarci”.
Le motivazioni contano per il Cholo: “L’unica cosa che vale è il campo, perché il campo non mente. Dobbiamo cercare di far capire ai giocatori che è il campo a mostrare quello che stiamo facendo. Non piace parlare coi singoli, sono stato giocatore, a prescindere da quello che mi dicevano gli allenatori io volevo solo giocare. Non devi raccontare storie per giustificare quello che stai facendo: il gruppo deve capire che voglio vincere e non mi importa nient’altro. Se vai al Bayern, non hai altra scelta che vincere. Se vai al City, al Barcellona e al Real è lo stesso. E perché allora non deve valere all’Atletico Madrid? Se non sei pronto a competere, allora lascia il posto a un altro. L’allenatore e i giocatori non sono indispensabili, l’unico indispensabile è il club”. Il sogno è la Champions, sfiorata due volte: “Difficilissima. Guardate il City, che ci prova da tempo investendo milioni, o il Liverpool, il Psg che non sa più che fare per mettere su un gruppo di calciatori straordinari. E poi lo United, che si è rafforzato moltissimo, il Dortmund”.
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Tante vittorie per Simeone che vuole dare il giusto peso ai suoi successi: “Quello che molti dimenticano è che noi abbiamo sempre a che fare con Real e Barcellona. Giochiamo la Coppa del Re e ci sono, giochiamo la Liga e ci sono, giochiamo la Champions e ci sono non solo loro ma anche City, Bayern, Liverpool e le altre. Il bello è però che siamo riusciti a costruire qualcosa di così bello che anche noi siamo ora obbligati a vincere”.
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