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Ancora una volta è Italia – Germania all’Europeo di calcio, ma diversamente dall’ultima volta non ci sarà Mario Balotelli, che sarà solo spettatore e che nel mentre ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera.
“E’ successo che ho fatto due anni non ai miei livelli. Problemi fisici, altri problemi, non sono stato io. E Conte giustamente ha portato altri giocatori all’Europeo“, ha dichiarato. “Fossi stato in lui, avrei fatto esattamente la stessa cosa. Mi spiace non essere in Francia ma così doveva andare. Alla gente che mi ferma dicendomi che Conte avrebbe dovuto convocarmi, io rispondo: ‘il vero Balotelli lo convocherebbe Conte, Ventura, qualsiasi allenatore. Il Balotelli di oggi no’“.
Non è stato il peso delle aspettative a creare un crollo nel suo calcio. “Anzi, secondo me hanno messo troppo poco“, ha aggiunto. “Io posso fare molto di più di quello che ho detto. Però ci vuole tempo. In una scala da 0 a 10, io mi sono fermato a 5, ma piano piano al 10 ci arriverò. Perché ci voglio arrivare. Diventerò Pallone d’oro. Anche se mi rendo conto di aver fatto due anni della mia carriera dove potevo avvicinarmi al 10 e invece sono rimasto a 5. Posso non aver fatto tutto l’indispensabile per essere il più forte, però l’importante è che l’ho capito e non è troppo tardi. Non voglio arrivare a fine carriera con il rimpianto di non aver fatto di tutto per diventarlo. Fino a due anni fa mi accontentavo di quello che avevo. Facevo bene, sapevo di avere dei colpi, ed ero felice così. Non avevo in testa di migliorare, pensavo bastasse“.
Parole sono state spese anche il complicato rapporto con i media. “Si è creato questo personaggio, non mi è permesso di fare niente in più e in meno. Non sono ipocrita: ci resto male quando finisco sui giornali se combino qualcosa, ma non mi piace nemmeno quando si esagera in positivo. Balotelli segna due gol? Un fenomeno. Vorrei essere solo un calciatore come gli altri, magari un po’ più bravo degli altri“.
Anche l’argomento ‘razzismo’ in questi ultimi anni ha avuto il suo ruolo. “Due anni fa sono arrivato al punto di chiamare il mio procuratore e dirgli: ‘Mino, io non voglio più giocare in Nazionale‘”, ha spiegato. “Non è giusto. Io nato in Italia, cresciuto in Italia, non sono mai stato in Ghana e per la legge è giusto che io sia italiano. Per prendere quel certificato che è appeso all’ingresso, mi sono fatto ore di coda davanti alla questura ogni anno. Qualche volta mi piacerebbe che chi insulta dicendo che non esistono negri italiani se ne ricordasse“.
Ed in chiusura: “Dove giocherò la prossima stagione? Spero nel Liverpool. Il Milan ha deciso di lasciarmi. Di sicuro non ci sarà un Mario’s back again“.