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Insulti razzisti nella dimora di LeBron James: “Essere neri negli Stati Uniti è difficile”

LeBron James - Foto Keith Allison - CC-BY-SA-2.0

Essere neri negli Stati Uniti rimane una condizione difficile. Abbiamo tanta strada ancora da percorrere prima di raggiungere una vera eguaglianza“. LeBron James, a poche ore dall’inizio delle NBA Finals 2017 contro i Golden State Warriors, commenta così l’episodio di razzismo avvenuto nella sua dimora a Los Angeles. Mercoledì 31 maggio, nelle prime ore della giornata, la polizia è intervenuta per rimuovere un insulto razzista imbrattato sul cancello di ingresso della sua casa. La stella dei Cleveland Cavaliers, intervistato dai numerosi giornalisti, ha dichiarato: “Dobbiamo continuare a progredire, non regredire. Fortunatamente la mia famiglia è al sicuro, questo per me è la cosa più importante“.

Una questione che a parere di LeBron è ancora da sistemare: “La questione razziale è sempre di attualità nel mondo ed anche qui negli Stati Uniti. Il problema dell’odio razziale verso gli afro-americani è una cosa di ogni giorno, anche se a volte è nascosto – spiega il giocatore dei Cavs – Non importa quanto sei famoso, non importa quanto la gente ti possa ammirare. C’è chi ti sorride in faccia e poi ti dice cose sgradevoli alle spalle“.

Un evento che ha condizionato, e non poco, il morale di James: “Quello che è successo a casa mia a Los Angeles mi ha tolto un po’ di energia, potete vedere che non sono il solito LeBron James. Per fortuna mia moglie la vera dinamo di casa, e grazie alla sua carica e alla sua energia anche in un momento come questo la mia famiglia e i miei bambini hanno potuto superare questo brutto episodio“.

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