[the_ad id=”10725″]
Sul caso Schwazer dalle istituzioni sportive “ho sentito un silenzio assordante”. Queste le parole di Alessandro Donati, tecnico del marciatore altoatesino sospeso dalla Federazione internazionale di atletica leggera per la presunta positività agli anabolizzanti. “Il sostegno è venuto dalle procure della Repubblica e dalla Commissione parlamentare antimafia – ha spiegato Donati al termine dell’audizione davanti alla Commissione a Roma – mentre dalle istituzioni sportive solo un silenzio assordante e ironie di pessimo gusto. Schwazer è stato descritto come un bipolare, un uomo dalla doppia personalità. Io lo conosco da oltre un anno e chi lo frequenta lo trova un ragazzo semplice, coerente, che non ha nulla di strano, eppure è stato creato un quadretto: ‘Se lo ha fatto in passato lo avrà fatto di nuovo’. In questo modo si cerca di coprire l’enormità di questo controllo antidoping assurdo, con una tempistica che da sola rappresenta la firma dell’agguato”. Donati ha poi replicato a chi gli chiedeva perché le istituzioni sportive italiane non difendono Schwazer: “Perché non vogliono mettersi contro la Iaaf – ha spiegato il tecnico – una istituzione internazionale. Mi sono rivolto pubblicamente a Sebastian Coe affinché dia una spallata per il cambiamento: non può lasciare all’interno gente compromessa, gente che ha preso dei soldi per nascondere i casi di doping. Io con questa schifezza non ho niente a che vedere e invece mi ritrovo mail intimidatorie: non mi rendevo conto che allenare Schwazer, un fenomeno assoluto, farlo andare così forte senza doping sarebbe diventata una esperienza esplosiva, destabilizzante. Una iniziativa rivoluzionaria che è stata stroncata”.