“Facciamo chiarezza una volta per tutte. La concessione che ha il consorzio di imprese romane, con la Vianini capofila, per la costruzione a Tor Vergata vale solo ed esclusivamente se si realizzano delle opere asservite all’università. Se fai solo il villaggio olimpico la concessione non vale. Quindi questo è un alibi, una falsa rappresentazione della realtà: se qualcuno non ci crede vada a vedere la concessione e il parere legale. Se poi non si crede nemmeno al parere legale, allora mettano il villaggio dove vogliono”.
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Queste le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò sulla questione del villaggio olimpico a Tor Vergata per la candidatura di Roma ai Giochi del 2024, una scelta criticata dal Movimento 5 Stelle per la concessione alla Vianini Lavoro Spa, società del gruppo Caltagirone. “Siamo disponibili comunque a rivedere ogni parte del dossier se capiamo cosa ci chiedono di cambiare – ha precisato il numero uno dello sport italiano durante la conferenza di presentazione del censimento sugli impianti sportivi di Roma, allo stadio Flaminio – La scelta del villaggio a Tor Vergata ha un senso perché l’università e l’ospedale hanno bisogno di alloggi, alle associazioni ambientaliste va bene e poi il presidente attuale del Cio Thomas Bach era nella commissione di valutazione che nel 1997 attribuì un punteggio molto alto al progetto Tor Vergata in vista della candidatura olimpica per il 2004″.
Malagò ha poi ricordato quanto successo con l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino alla presentazione del dossier: “Lui propose un’area tra Grotta Rossa e Saxa Rubra – ha ricordato il numero uno del Coni – ma le associazioni ambientaliste non volevano non volevano il villaggio in quel luogo. E poi bisogna fare i conti con l’oste, ovvero il Cio e i suoi membri: solo io e Luca Cordero di Montezemolo abbiamo rapporti con questi signori. Spendere i soldi senza possibilità di successo non mi sembra giusto”.