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Doping, hacker nel sito Wada: “Biles, Delle Donne e sorelle Williams dopate a Rio 2016”

Simone Biles - Rio 2016 - Foto Agência Brasil Fotografias - CC BY 2.0

Una notizia clamorosa potrebbe nuovamente sconvolgere il mondo dello sport e questa volta dello sport a stelle e strisce. Alcune star dello sport statunitense avrebbero partecipato all’Olimpiade di Rio de Janeiro sotto sostanze dopanti. Tra i nomi più clamorosi spuntano quelli di Simone Biles (Metilfenidato ed anfetamine), 4 medaglie d’oro ed 1 di bronzo a Rio, di Serena e Venus Williams, dee del tennis, e di Elena Delle Donne, stella della pallacanestro.

A rivelarlo è stato un gruppo di hacker, probabilmente di nazionalità russa, che hanno violato i sistemi di sicurezza dei database della WADA, agenzia mondiale dell’antidoping. La WADA sarebbe stata a conoscenza della situazione, non comunicata al mondo poiché queste presunte positività erano state ‘concesse’ da certificati medici che approvavano le suddette sostanze ad uso terapeutico.

Gli hacker, gli stessi ad essere entrati nella casella email di Hillary Clinton solo poco tempo fa, hanno così dichiarato: “Dopo aver studiato analiticamente i database abbiamo capito che decine di atleti erano risultati positivi alla vigilia e durante i giochi. I medagliati olimpici di Rio hanno usato regolarmente sostanze illecite giustificate da certificati di approvazione per uso terapeutico. In altre parole, hanno ricevuto la licenza per il doping“. A supporto, gli hacker hanno allegato al comunicato numerosi documenti ‘confidential’, che un esperto di ‘Repubblica’ considera, clamorosamente, autentici.

Come spiega a ‘Repubblica’ una fonte autorevole ma anonima, “se l’autenticità delle carte fosse confermata non ci sarebbe alcun illecito. Certo risulta comunque quantomeno singolare che una atleta di quel livello abbia gareggiato alle olimpiadi sotto gli effetti di una terapia che di solito si prescrive ai narcolettici“.

Un commento anche da Giovanni Malagò, presidente del CONI: “Una notizia molto forte, non è chiaro bene il contorno di questa storia. Non sono medico, ma certo c’è qualcosa che non quadra”.

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