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Dall’inviato a Singapore Giulio Gasparin
Una grande Monica Seles, quella che quest’oggi si è concessa alla stampa, in una delle rare occasioni in cui appare in pubblico. Ha viaggiato parecchio, Monica, durante i suoi giorni da giocatrice: per questo difficilmente si mostra al mondo, dopo il tour, e per questo ha rifiutato diverse richieste per diventare allenatrice.
Tuttavia – arrivata a Singapore in veste di Official Ambassador delle Wta Finals – l’ex numero 1 del mondo ha avuto molto da dire e condividere, e ci ha offetto diversi spunti interessanti: “Innanzitutto è un grande onore per me essere qui e rappresentare, come ambasciatrice, un evento così importante. Le Finals mettono di fronte le migliori otto giocatrici della stagione, quando giochi vuoi a tutti i costi prendervi parte. Ieri ho visto parte dei match, solo a sprazzi a causa del jet-lag…ma è stato un piacere assistere a partite così serrate e dal punteggio tanto imprevedibile: amo questo format che prevede i round robin.
Che impressione hai delle giocatrici che sono approdate a queste Finals, dopo aver visto gli incontri di ieri?
“Credo che le cose siano un po’ cambiate, rispetto a quando queste competizioni le giocavamo io, Martina Navratilova o Steffi Graff. Adesso il risultato finale dei matches è meno prevedibile; ad esempio: ieri, la Kerber e la Halep partivano a mio parere con le stesse chances di vittoria, anche se alla fine la tedesca è stata maggiormente brava nei punti chiave e ha vinto in due set. Madison Keys è invece una giocatrice giovane e che si è qualificata alla Finals per la prima volta, che ha avuto la meglio sulla Cibulkova con un gioco davvero potente. Alla fine, ognuna di loro potrebbe portare a casa il titolo, tuttavia, qualsiasi sia la vostra giocatrice preferita, credo che Kerber sia la naturale favorita. Per il modo in cui sta giocando, per come sta tenendo a bada la pressione, sono realmente impressionata da lei; all’interno delle sue partite riesce semore a vincere i punti chiavi, e questo è molto importante (…)”
Una Kerber che è maturata e ha fatto il salto di qualità soprattutto dal punto di vista psicologico: “Sta giocando in modo costante e consistente, vincere il titolo agli Australian Open l’ha aiutata, specie a rafforzarsi dal punto di vista mentale. La vittoria agli Us Open è stata poi ancora più impressionante, dal momento che aveva addosso tutta la pressione del diventare numero uno, oltre che di riconfermarsi. Talvolta questo non è facile: a volte, dopo la prima vittoria Slam, si ha difficoltà a ritrovare il proprio tennis e a ripetersi nuovamente. “
Qual è, invece, la tua opinione generale sul tennis femminle attuale e sul circuito Wta?
“Il livello del tennis femminile attuale è molto buono, vi è davvero un circuito di alto livello. Basti pensare agli ultimi Slam, o a queste stesse Finals: adesso la competitività è maggiore, è come se ognuna possa arrivare in fondo e vincere il torneo. Vi è una giocatrice straordinaria come Serena, che continua a battere e superare record su record, ma anche altre giocatrici come appunto la Kerber, o la Muguruza e cosi via, che diventano campionesse. A mio parare è incredibile assistere a questo scenario, nulla è già deciso e molte giocatrici possono ambire a vincere.”
Giocatrici di oggi che si rapportano anche con un tennis diverso, rispetto a quando giocavi tu.
“Il tennis odierno è molto più una questione di testa, mentale. Quando arrivi a vincere qualcosa di importante, vedi uno Slam, scatta subito l’idea che devi dimostrare di non averlo fatto per caso, devi far capire che appartieni a quella categoria di giocatrici “campionesse”. Ci sono certe che ci riescono, come la Kerber, che infatti si è confermata a New York e ha dimostrato incredibile forza sotto questo aspetto. Altre invece hanno bisogno di maggior tempo, come la Muguruza, che ha vinto i French Open, e a mio parare ha il tennis per vincere altri Slam. Altre tenniste, vedi la Radwanska che ha vinto qui l’anno scorso, hanno sicuramente il gioco e le capacità per arrivare in fondo ai tornei degli Slam.”
Secondo te come mai non c’è ancora riuscita?
“Sinceramente non lo so! Ha tutto il necessario per farlo, riesce a giocare davvero bene numerosi tornei, forse non è ancora riuscita a portarsi a questo livello all’interno dei tornei dello Slam.”
E che dire, invece, di Martina Hingis?
“Martina sta giocando un tennis incredibile, nonostante la sua età. Credo che qui abbia vinto il titolo di doppio, lo scorso anno, assieme a Sania Mirza. Lei e Serena, considerando l’età che hanno, continuano ancora a stupire. Ho giocato assieme a Martina giusto un paio di anni fa, nel corso di un evento a Mosca, e lì ho visto chiaramente quanto il suo tennis non fosse da Legend Tour (ride). Ma, per quanto lei sia ammirevole e fonte d’ispirazione per tutte noi, non penso affatto a seguire le sue orme e rientrare nel circuito, è un ipotesi francamente irrealistica. Sono ben soddisfatta della mia carriera, di quella che è stata, non prendo nemmeno in considerazione l’idea di rientrare.”
Parlando di rientri nel circuito. La Sharapova lo farà il prossimo anno. Quanto credi sarà difficile, per lei, tornare a giocare dopo un lungo stop come quello che sta affrontando?
“Maria è una della giocatrici più difficili ed ostiche da affrontare, è fortissima dal punto di vista mentale, onestamente non credo che avrà troppi problemi…avrà giusto bisogno di qualche partita per riprendere confidenza col suo gioco e per ritrovarsi definitivamente sotto l’aspetto fisico. Tutto qui.”
La Seles ha voluto porre l’accento anche sulla longevità del tennis odierno, completamente cambiato, da questo punto di vista, rispetto al passato: “Penso sia molto più salutare, per le regazze, che la loro maturazione ed esplosione tennistica avvenga dopo una certa età. A 21 o 22 anni riesci a gestire meglio la pressione, sia mentale che fisica, differentemente da quando ne hai 16 (…); da questo punto di vista il movimento tennistico è cresciuto parecchio, anche grazie ad una programmazione più leggera e meglio organizzata, che prevede 2 mesi di pausa, che noi non avevamo. È chiaro che tutto ciò porta le giocatrici ad avere carriere più lunghe, a restare nel circuito per più anni.”
Ma c’è qualcosa, oggi, che ti sarebbe piaciuto avere nei giorni nel quale giocavi e partecipavi alle competizioni?
“Probabilmente mi sarebbe piaciuto avere maggiore supporto e sostegno da parte degli sponsor e degli allenatori, ho parlato proprio di questo anche recentemente, con alcune giocatrici del mio periodo (…); Ai mie tempi, quando non raggiungevi una semifinale, era tutto una catastrofe; adesso ci si sposta e ci si focalizza subito sul torneo successivo. Il fatto che oggigiorno ci siano anche più tornei nella stessa settimana, è da un lato un qualcosa di terribile per i fans, ma dall’altro toglie un po’ di pressione alle giocatrici”
C’è qualcosa che avresti fatto differentemente, nella tua carriera, alla luce di ciò che hai imparato nel corso degli anni?
“Se mi fosse stata data la possibilità di fare nuovamente la mia carriera, probabilmente avrei preso la decisione di iniziare dopo, un po’ più tardi. Guardando indietro, ho giocato così tante ore sin da quando avevo 7 anni, prima o poi arrivano alcuni momenti in cui ti focalizzi solo su te stessa. A me è capitato quando avevo 27 anni, e sono dovuta rimanere fuori per due anni e mezzo. Inoltre, credo che ad esempio a 25 anni, quando ti conosci meglio, puoi gestire in modo migliore i momenti fuori dal campo, oltre che quelli in cui giochi”