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La guerra lanciata alla Wada dal gruppo di hacker russi “Fancy Bear” ha coinvolto alcune delle più importanti personalità del mondo dello sport statunitense. Su tutte le sorelle Serena e Venus Williams, dominatrici del tennis femminile per più di una decade. La notizia dell’assunzione di sostanze a uso terapeutico da parte delle due ex numero 1 con il benestare dell’Agenzia mondiale antidoping e della federazione internazionale non è passata inosservata e ha procurato le reazioni delle colleghe russe. Su tutte le campionesse olimpiche nel doppio a Rio 2016 Elena Vesnina e Ekaterina Makarova, che si sono espresse con toni duri sulla questione.
“È assurdo che sia stato permesso l’utilizzo di farmaci così potenti“, ha dichiarato Vesnina. Ancora più schietta la sua compagna di doppio all’Olimpiade brasiliana Makarova: “Noi assumiamo erbe, ‘rimedi della nonna’ e poi c’è qualcuno che ha il diritto di prendere ciò che è proibito in maniera disonesta“.
Se Serena, da poco scalzata al comando del ranking Wta da Angelique Kerber, non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito, è di due giorni fa la risposta della maggiore delle Williams: “Sono delusa di aver saputo che i miei dati clinici privati sono stati pubblicati da hacker senza il mio consenso. Ho sempre seguito le regole stabilite dal programma antidoping; ho chiesto un permesso, concesso, per esenzione per uso terapeutico. Il programma di esenzione richiede un rigoroso processo di approvazione e io vi ho aderito dopo che ho avuto gravi problemi di salute. Le esenzioni sono approvate da un gruppo di medici e per ragioni legittime. Io sono una delle più grandi sostenitrici della lotta al doping, sono per mantenere il massimo livello di integrità nello sport e sono sempre stata disciplinata nel seguire le linee guida dettate dalla federazione”, si è difesa Venus.
Con un secondo attacco al sito web della Wada, gli hacker sono venuti in possesso dei dati medici di ulteriori 25 atleti. Nella lista figurano altre tenniste come Petra Kvitova, due volte vincitrice di Wimbledon (2011 e 2014), e Bethanie Mattek-Sands. Se nel fascicolo della ceca si fa riferimento all’assunzione nel settembre 2009 del salbutamolo, farmaco utilizzato per curare l’asma (i problemi d’asma di Petra sono noti da tempo), desta sospetto quello della statunitense. Mattek-Sands ha assunto per più di due anni deidroepiandrosterone, un ormone steroide anabolizzante, vietato e che peraltro è costato la prima lunga squalica (16 mesi) alla nota nuotatrice Yuliya Efimova.