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“Sono in una fase in cui cerco di essere il miglior marito, padre e tennista possibile. Cerco di dare il massimo in ogni ruolo ma è impossibile essere al 100% ogni giorno. Tutto gravita intorno a mio figlio Stefan ora, compreso il mio tennis“. Apre così una lunga intervista a RTS di Novak Djokovic in cui il serbo spiega le sconfitte sempre più frequenti, rassicurando però di non pensare affatto al ritiro: “Continuo a giocare a tennis con la stessa passione che avevo quando ho preso in mano la racchetta la prima volta. Il tennis mi rende forte e mi dà emozioni. Essere numero uno al mondo è ancora uno degli obiettivi, ma non è la priorità. Non penso al ritiro. Ho 30 anni ma ancora tanto da dimostrare a me e agli altri”.
“La pressione esiste, ma è anche un privilegio, perché vuol dire che sto facendo qualcosa di importante – continua il numero 2 al mondo – Nei tanti match che ho giocato ci sono sempre dubbi nella mia testa. Non siamo macchine ma con l’esperienza e il lavoro di anni impari a motivarti. Le critiche? Ne ho sentite di tutti i tipi: su Pepe, su Becker, addirittura sulla catenina che indossavo. Le critiche costruttive mi aiutano ma non le storie che non hanno senso. So da dove provengo e ognuno di noi ha il diritto di fare le proprie scelte“.
L’usura nel tennis però inizia a farsi sentire anche su Nole: “Lo ha raccontato Agassi nel suo libro e per queanto mi senta bene a trent’anni sento le ripercussioni sul mio fisico dopo tanti anni di carriera, soprattutto degli 11 anni di professionismo. Lo Slam di Federer a 35 anni dimostra che tutto è possibile. Lui è l’esempio della persona che lavora sulla prevenzione”.