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L’Italia continua a sorridere a Parigi. Si è concluso anche il venerdì della prima settimana ed il tricolore ancora sventola sul Roland Garros: Marco Cecchinato rimonta un set di svantaggio a Pablo Carreno Busta e si qualifica per la prima volta in carriera agli ottavi di finale di un torneo del grande slam. Cecchinato vince, Berrettini perde ma la vera vittoria è il livello di gioco espresso dal tennista romano per due set e mezzo contro Dominic Thiem: sino al 3-3 del terzo è stata partita vera, la differenza tra l’austriaco e l’azzurro si è vista nell’ultimo set e mezzo. Ma è già tanta roba.
“Adesso ho capito di poter giocare a questi livelli. Mi sento un giocatore completo in questa fase della mia carriera, non ho una sola armi ma ne ho diverse”. La carriera sportiva di Marco Cecchinato negli ultimi mesi si è ribaltata alla velocità della luce: in pochi mesi è passato dal dover giocare i tornei Challenger a vincere i tornei Atp e conquistare un ottavo di finale a Parigi. E sono risultati meritati perché il tennista palermitano ha davvero alzato l’asticella e la sensazione è che non lo sa neanche lui sin dove quetsa asticella potrà arrivare. Uno scalpo dopo l’altro, un successo dopo l’altro, una gioia dopo l’altra Marco sta praticamente bussando alla porta dei primi cinquanta giocatori del mondo. Una stagione sulla terra battuta da incorniciare per Cecchinato che adesso sulla diagonale sinistra non ha più un punto debole acclarato, ma una soluzione in più per poter far male al suo avversario. Domenica comunque andrà contro Goffin o Monfils, Marco ha dimostrato di poterci stare a questi livelli: “Dopo aver vinto il secondo set ho espresso un gran tennis e ho vinto uno dei match più importanti della mia carriera. Devo ancora realizzare quello che ho fatto”. Sabato potrà allenarsi e concentrarsi esclusivamente alla partita di domenica, cosa che i suoi avversari non potranno fare visto che dovranno riprendere la partita rinviata per pioggia nel pieno della lotta. E chissà che quell’asticella domenica non vada ancora più su.
Matteo Berrettini è un giocatore vero. Lo capisci dopo pochi punti. Che sia il primo turno di un torneo Challenger o che sia il terzo turno del Roland Garros contro Dominic Thiem. Poco cambia. La sua attitudine, la sua mentalità è sempre la stessa: entrare in campo, fare il suo gioco con le armi che ha sempre avuto e provare a vincere. L’austriaco ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio dell’allievo di Vincenzo Santopadre che sino a metà del terzo set sembrava poter lui condurre le danze. Poi si è vista la differenza del perché Thiem è già a livelli altissimi e Matteo è invece alle prime esperienze su questi palcoscenici: “In diverse fase di gioco sono stato alla pari sua, sul 3-3 del terzo lui ha alzato molto il livello ed ha cambiato marcia. Io non sono stato in grado di reggere quel ritmo, ma sento che posso arrivarci”. E Matteo può arrivarci davvero. Perché lo sta dimostrando nei suoi miglioramenti continui ed evidenti di questi ultimi mesi. Ed in teoria la terra battuta dovrebbe essere la superficie meno congeniale alle sue caratteristiche. Matteo saluta Parigi con la convinzione di poter essere protagonista dovunque e con chiunque, anche a livelli altissimi. Marco ci rimane a Parigi, il suo sogno è più vivo che mai: l’Italia può sorridere.