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E’ un sogno quello che Marco Cecchinato e tutto il popolo italiano stanno vivendo in questa edizione del Roland Garros. Noi tutti speriamo di svegliarci il più tardi possibile: tra l’azzurro e la finale però c’è l’ostacolo Dominic Thiem, un giocatore che sulla terra battuta vale probabilmente i primi tre giocatori al mondo; l’unico in questi anni (assieme a Fognini) ad essere riuscito a impensierire in maniera concreta Nadal su questa superficie.
Il nativo di Palermo ha la capacità di sorprenderci ogni volta di più. Cosa dobbiamo aspettarci dunque dal match più importante della carriera di entrambi? Anche per Thiem infatti potrebbe essere la prima finale in un torneo dello Slam, lui che ha fatto semi nelle ultime tre edizioni a Parigi: il compagno di Kiki Mladenovic ci arriva sicuramente con più esperienza alle spalle ma i momenti decisivi dell’incontro sembrano non spaventare il classe ’92 azzurro che ha raggiunto una consapevolezza tale da non aver paura più di nessuno (Djokovic docet).
FATTORE STANCHEZZA – L’abitudine a questi ritmi e ai lunghi match dei major non si acquisisce così facilmente. Lo sa bene Cecchinato che durante il proprio cammino ha giocato due set in più rispetto al ventiquattrenne d’Austria. Pesano per l’attuale numero due d’Italia i cinque parziali nel primo turno con Copil. Nei quarti di finale Thiem è stato poco impegnato da un acciaccato Alexander Zverev. Ha dovuto sudare, e tanto, invece l’azzurro per avere la meglio su Djokovic. I tre giorni di pausa fino alla semifinale sono vitali per Marco ma anche per il suo avversario, proveniente dall’evitabile torneo di Lione in cui è riuscito a trionfare. Spesso infatti Thiem arriva a fine stagione stremato, qualche pausa in più di certo non gli farebbe male, nel tentativo di poter competere al massimo anche negli ultimi appuntamenti dell’anno.
I PRECEDENTI – Ci sono un paio di precedenti tra questi due giocatori. Entrambi risalgono a parecchi anni fa. Nel primo scontro si impose un giovanissimo Cecchinato: correva l’anno 2013 nell’allora prestigiosa finale del Futures di Modena. Il beniamino di casa si prese il titolo, imponendosi con un perentorio 6-3 6-4. Qualche mese dopo arrivò la rivincita del nativo di Wiener Neustadt nelle qualificazioni per il tabellone principale dell’Atp di Doha. Da lì in poi, come ben sappiamo, le strade dei due presero un andamento ben diverso.
CHIAVI TATTICHE – Il Thiem visto nel match con Zverev sembra avere ben pochi punti deboli: una vera macchina da guerra capace di variare, alternare e contrattaccare con discreta facilità. Entrambi giocano il rovescio ad una mano ma con stile ben diverso: quello di Marco è un colpo in crescita ma non ancora incisivo come quello dell’austriaco. Proprio per questo sarebbe rischioso imbastire troppi scambi su quella diagonale. L’uso della palla corta e il servizio esterno sono due delle caratteristiche principali che hanno portato l’azzurro fin qui. Sarà una partita combattuta e impegnativa, sia dal punto di vista fisico ma soprattutto da quello mentale. Evitare polemiche e lanci di racchetta potrebbe far risparmiare al giocatore palermitano parecchie energie nervose.
E comunque vada, “Ceck” è entrato nella storia del tennis azzurro: un cammino con pochissimi eguali, per un ragazzo che arriva dal basso e ora vola. Cara Italia, allaccia la cintura, Marco vuole farti vivere l’ennesima giornata da sogno.