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Lo stesso giorno in cui hanno preso il via le qualificazioni, l’Avvenire scrive un’altra pagina di storia del tennis: la 20enne lettone Jelena Ostapenko, che ha trionfato a Milano nel 2011, ha conquistato questo pomeriggio il Roland Garros contro Simona Halep. Ennesimo caso di campionessa nata sui campi di Via Feltre: e si fa sempre più numeroso il club di tennisti capaci di mettere a segno la storia doppietta Avvenire-Slam.
Lo chiamano “il torneo che non sbaglia mai un pronostico” e proprio in queste ore, a dimostrarlo ancora una volta, ci ha pensato la 20enne Jelena Ostapenko. La tennista lettone, che ha trionfato a Milano nel 2011, ha conquistato questo pomeriggio la finalissima del Roland Garros contro Simona Halep, diventando l’ennesimo caso di campionessa nata sui campi di Via Feltre. Appena sei anni fa, questa ragazzina 14enne si aggirava per il Tennis Club Ambrosiano abbozzando un sorriso, lo sguardo concentrato e la consapevolezza che quel trionfo sarebbe stato un punto di partenza per una carriera straordinaria. D’altra parte, prima di lei, avevano tenuto in mano quel trofeo tenniste come Capriati e Hingis, e altre come Sharapova si erano fermate in finale. Ragazzine destinate a diventare prima donne, e poi campionesse. Perché vincere l’Avvenire significa questo. Significa entrare in una ristretta cerchia di predestinati, chiamati a riscrivere la storia del tennis. E così è stato anche per la Ostapenko: a Parigi, diventa la tredicesima tennista nella storia (sesta donna) a mettere segno la storica doppietta Avvenire-Slam. E tutto è partito da Milano, da quel 7-5, 6-2 alla serba Jorovic. Una favola partita da Via Feltre, e che ha trovato il lieto fine a Parigi.
E oltre alla finale femminile del Roland Garros, oggi sono partite contemporaneamente anche le qualificazioni dell’Avvenire. Tutto nello stesso giorno, un segno del destino. Poi, da lunedì, via al tabellone principale: come sempre, saranno i migliori tennisti under 16 del mondo a si ritrovarsi tutti insieme, al Tennis Club Ambrosiano di Via Feltre a Milano, per inseguire un sogno. Un sogno che si chiama Torneo Avvenire. E dodici mesi dopo il trionfo di Federico Arnaboldi, che quest’anno nella finalissima di sabato 17 consegnerà la coppa al vincitore in un vero e proprio passaggio di consegne, l’Italia sogna uno storico bis nel singolare maschile. Tra le ragazze, invece, la grande speranza è riportare a casa un titolo che manca ormai da 12 anni.
AVVENIRE 2017 – NUMERI
23 – italiani nel tabellone principale (maschile)
46 – italiani nelle qualificazioni (maschile)
23 – italiane nel tabellone principale (femminile)
36 – italiane nelle qualificazioni (femminile)
128 – Totale italiani (46 nei tabelloni principali, 82 nelle qualificazioni – 69 uomini, 59 donne)
3 – italiani teste di serie: Federica Sacco (n.4 femminile), Lorenzo Rottoli (n.5 maschile), Emiliano Maggioli (n.14 maschile)
25 – i paesi stranieri rappresentati tra maschile e femminile tra main draw e qualificazioni
– Nei soli tabelloni principali, dopo l’Italia il podio per numero di giocatori è: Ungheria 9, Spagna 8 e Repubblica Ceca 6
TORNEO AVVENIRE – STORIA E NUMERI
Avvenire e Slam
– Diciassette finalisti del Torneo Avvenire, tra maschi e femmine, hanno poi conquistato in carriera almeno un titolo del Grande Slam. (Tra parentesi l’anno relativo alla prestazione all’Avvenire):
Vittoria Avvenire e vittoria Slam – uomini: Borg (1971), Lendl (1976), Cash (1981), Edberg (1982), Ivanisevic (1987), Thomas Johansson (1991), Del Potro (2003).
Finale Avvenire e vittoria Slam – uomini: Panatta (1965), Ferrero (1996), Cilic (2003).
Vittoria Avvenire e vittoria Slam – donne: Jausovec (1970, 1971), Mandlikova (1977), Conchita Martinez (1987), Capriati (1988), Hingis (1992), Ostapenko (2011).
Finale Avvenire e vittoria Slam – donne: Sharapova (2000)
Avvenire e numeri 1
– Quattro giocatori e tre giocatrici arrivati in finale al Torneo Avvenire sarebbero diventati numeri 1 del ranking mondiale: Borg, Lendl, Edberg, Ferrero, Hingis, Capriati e Sharapova.
Azzurri vincenti
Otto maschi (Broggi nel 1965, Travia 1966, Matteoli 1967, Barazzutti 1968, Fontana 1969, Baldi 2012, Pellegrino 2013, Arnaboldi 2016).
Nove donne (Castellano nel 1965, Vido 1966, Casalino 1967, Albini 1968, Zoni 1975, Bonsignori 1983, Lapi 1986, Canepa 1994, Dentoni 2005).