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Un capolavoro di Federica Brignone non è sufficiente a dare all’Italia la vittoria dello slalom gigante di Squaw Valley, ultima prova della Coppa del Mondo di Sci Alpino prima delle finali di Aspen. Vince l’americana Mikaela Shiffrin di soli sette centesimi su una strepitosa Federica Brignone, ai limiti della perfezione, terza è invece la leader di specialità la francese Tessa Worley, staccata però già di +0.86 e leggermente conservativa nella seconda manche, forse in ottica coppetta di specialità.
La gara si apre sotto un cielo nuvoloso, a tratti plumbeo che certamente non ha fornito alle atlete una gran visibilità in pista. Subito Tessa Worley, con pettorale 4, dimostra a tutti di essere la migliore della disciplina e si porta in testa con un vantaggio di 35 centesimi sulla nostra Marta Bassino, brava a sfruttare il pettorale 1, anche se autrice di un errore abbastanza vistoso ad una blu nascosta dietro ad un cambio di pendenza (la stessa porta che ha tradito Francesca Marsaglia, tra l’altro). Sembra fatta per la prima manche e invece Mikaela Shiffrin fa infuocare il pubblico di casa con una sciata fluida, attiva e soprattutto sempre in spinta, risultato: 1.08:75 e prima posizione conquistata di 20 centesimi. Bene in generale le italiane che concludono terza quarta quinta e settima (rispettivamente con Bassino, Brignone, Moelgg e Goggia).
Inoltre va notato che la pista, essendo stata trattata con sale viste le alte temperature, è andata via via deteriorandosi impedendo alle atlete con pettorali alti di inserirsi nelle prime posizioni, (la migliore è stata l’americana Megan McJames, diciasettesima con pettorale 33) di conseguenza la luce piatta e la presenza di buche, unita ad un minor livello tecnico delle atlete dopo la prime quindici, hanno fatto si che i ritardi aumentassero vertiginosamente. L’ultima ad essere entrata nelle trenta, l’Italiana Irene Curtoni, è 30esima a +3.79 da Mikaela Shiffrin. Ma la tredicesima, l’atleta del Lichtenstein Tina Weirather, ha comunque +2.00 dalla prima. I ritardi sono alti ma se il deterioramento della pista sarà identico anche nella seconda manche si potrà assistere ad una gara relativamente regolare.
La seconda manche si apre sotto le stesse condizioni climatiche: luce piatta e temperature ben sopra lo zero. Primo sussulto di giornata è dell’austriaca Elizabeth Kappaurer, estremamente brava nella parte iniziale e sempre a tempo lungo tutta la parte più tecnica, è stata capace di recuperare ben 14 posizioni e centrare il miglior tempo di manche. La gara si accende con la discesa di Raghnild Mowinckel che conclude con un ottimo tempo di manche, a cui segue una lotta sul filo dei centesimi da parte di una serie di atlete da cui si esce vincente la tedesca Viktoria Rebensburg che si porta in testa di ben ottantun centesimi. Ottime saranno poi le prove di Ana Drev, quinta a +1.04 da Shiffrin e autrice della miglior prestazione dell’anno nella disciplina, visibilmente contenta al traguardo. Sarà poi la nostra Manuela Moelgg a toglierle il sorriso, superandola di solo 1 centesimo.
Quella a cui abbiamo assistito è stata una gara estremamente esaltante, ricca di colpi di scena e prestazioni importanti, soprattutto tra le prime dieci della prima manche. L’Italia ha dimostrato di essere la squadra più forte del Circo Bianco piazzando ben 4 atlete in top ten e ben 6 all’arrivo. La migliore, come detto precedentemente, è stata Federica Brignone che da metà gennaio in poi ha inanellato ben 6 prestazioni tra le top 4, in 4 diverse discipline: una campionessa, forse spronata dall’amicizia-rivalità con Sofia Goggia, Federica ha ritrovato l’esplosività e l’efficacia di cui la sua sciata è sempre stata provvista ma che non si era ben messa in luce nella prima parte di stagione. Oggi solo la fuoriclasse del Vermont, Mikaela Shiffrin, è riuscita a starle davanti, partendo comunque con un vantaggio di quasi un secondo sulla valdostana. Secondo tempo di manche per lei, emblematico visto che nessuna delle top-5 ha avuto uno dei primi dieci tempi di manche. Sofia Goggia dal canto suo ha dato spettacolo come sempre perdendo un bastoncino a metà gara e continuando sbilanciandosi di qua e di là fino all’arrivo, dando vita ad una prestazione decisamente funambolica ma di grande spettacolo viste le pendenze del muro della Red Dog. Concluderà 7/a senza perdere posizioni. Bravissima. Splendida anche la prova di Manuela Moelgg che nonostante le sue 34 primavere, è lì tra le migliori, 4/a, a una manciata di centesimi dal podio. Un peccato non aver avuto entrambe le nostre lassù, se lo sarebbero meritato. Più ricca di errori è stata invece la prova di Marta Bassino, terza dopo la prima manche, conclude 9/a con uno dei peggiori tempi di manche, forse anche lei non ha voluto rischiare troppo dopo i due errori della prima parte del tracciato in ottica terzo posto di specialità, per cui peraltro è abbondantemente in corsa.