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Quando si arriva alla finale di Gran Prix non è necessario sbagliare per arrivare in sesta ed ultima posizione. Si ragiona sul filo dei millesimi, lo sanno bene sia Carolina Kostner che Anna Cappellini e Luca Lanotte, i rappresentanti azzurri del femminile e della danza che hanno ottenuto la qualificazione e sono volati a Nagoya.
Carolina ha portato sul ghiaccio uno short da 72.82 (35.36 / 37.46) e i suoi sono i components più alti in assoluto, come inarrivabile per le altre straordinarie cinque pattinatrici è la sua sequenza di passi da 5.90. A penalizzare fortemente Carolina in classifica è stato l’errore nella combinazione d’apertura. Doveva essere 3T + 3T invece arriva sbilanciata in avanti e il secondo Toeloop è solo doppio. La reazione è immediata, e il resto del programma è perfetto. Buoni il 3 Loop e il doppio Axel, le trottole sono di livello 4 e la sequenza di passi alla quale si lascia andare dopo aver ultimato gli elementi obbligatori è, come detto, superba. Carolina è intensa e tutt’intorno cala il silenzio, è fluida e la sua coreografia accarezza le note e diventa un tutt’uno con essa, inanella così 9.25 di skating skills, 9.21 di transitions, 9.29 di performance, 9.64 di composition e interpretazione.
Questo primo segmento di gara è stato vinto dalla canadese Kaetlyn Osmond con 77.04 ( 40.64 / 36.40), seconda la russa Alina Zagitova con 76.27 ( 41.21 / 35.06), terza la giapponese Satoho Miyahara con 74.61 ( 39.39 / 35.22). Momentaneamente fuori dal podio, con Carolina, la russa Maria Stoskova, quarta con 74.00, e la giapponese Wakaba Higuchi, quinta con 73.26.
“E’ bellissimo essere qui – si è limitata a commentare la campionessa altoatesina a fine gara – mi sento come se avessi 15 anni”. 15 anni, come molte delle atlete con le quali continua a confrontarsi e che, pur avendo il doppio dell’età, riesce tranquillamente a mettere ancora in riga.
Insomma, peccato per quella sbavatura tecnica che, in un altro contesto, forse non avrebbe compromesso il risultato, ma che qui fa la differenza, rischiando di farle perdere una grande occasione che, complice l’assenza della russa Medvedeva, bloccata da un infortunio, potrebbe non ripresentarsi. A voler essere ottimisti, comunque, non è successo nulla di irreparabile, dato che il terzo posto è lontano meno di due punti, e la possibilità di vedere Carolina ancora sul podio, come in tutte e quattro le sue precedenti partecipazioni in carriera nelle Finali di Grand Prix, c’è ancora, se il suo libero sarà eccellente.
Sesti e ultimi dopo lo short program di ieri anche Anna Cappellini e Luca Lanotte che, con il loro 74.24 (37.87 / 36.37), sono comunque vicinissimi agli americani Chock – Bates (quinti con 74.36) e Hubbell – Donohue (quarti con 74.81). Il podio, invece, sembra essere un affare privato tra i francesi Papadakis – Cizeron, che guidano la classifica con 82.07, i canadesi Virtue – Moir con 81.53, e i fratelli statunitensi Shibutani, terzi con un margine leggermente più ampio: 78.09. Anna e Luca, partiti in ritardo con la preparazione e la stagione, hanno agguantato questa finale non senza difficoltà e non hanno nulla da rimproverarsi, ma quando nel pannello iniziano a fioccare i 10 c’è poco da fare: serve la perfezione assoluta.
Il loro sollevamento è di livello 4, ma le sequenze di passi vengono valutate 3 con GOE che si fermano a 2.20, mentre, ad esempio, la partial step sequence dei francesi rasenta la perfezione con 2.99 su un massimo di 3 che fa volare i francesi a 11.59 in questa voce del pannello tecnico. Anna e Luca hanno raggiunto 9 negli skating skills, 8.82 nelle transitions, 9.21 nella performance, 9.18 nella composition e 9.25 nell’interpretazione della musica. Per la coppia regina della danza azzurra si tratta, comunque, del secondo miglior risultato stagionale nel corto dopo il record italiano firmato all’NHK Trophy di Nagano. Prestazione solida e convincente, insomma, penalizzata nel piazzamento soltanto dall’altissimo livello degli avversari in gara.
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