Biathlon

Biathlon, Federica Sanfilippo: “Lo spirito di squadra ci fa andare più forte. E al Mondiale…”

Federica Sanfilippo - Foto Pentaphoto

Il Mondiale di Oslo per il biathlon porta ai tifosi azzurri tante speranze, generalmente riposte in Dorothea Wierer al femminile ed in una conferma da Lukas Hofer o Dominik Windisch al maschile. Ma tra i podi individuali di questa stagione, quello di Federica Sanfilippo nella sprint di Oestersund è certamente uno dei più sorprendenti. Partendo da quel secondo posto, la 25enne di Vipiteno, descritta dalla sua collega Wierer come tenace e combattiva, ha proseguito la stagione alla ricerca di un nuovo podio, puntando a dimostrare ancora una volta il suo valore. Nella speranza che questo possa arrivare nel momento più importante della stagione, Sportface.it l’ha intervistata in esclusiva al media-day di Anterselva, appena prima della partenze per la capitale norvegese ed il Mondiale.

Innanzitutto, come va?
“Non sono ancora al top. È da Natale che mi porto dietro un virus che praticamente si ripresenta ogni volta che sono stanca; mi esce il mal di gola, mi sento un po’ fiacca, ma spero di risolvere questo problema entro il Mondiale. Non voglio usare i malanni come scusa, però ovviamente hanno complicato un po’ le cose. Per il resto sono fiduciosa e non vedo l’ora di partire”.

In quale format si senti più forte? Quale preferisci?
“Non ti saprei dire, cambia giorno per giorno [risata]”.

Questa stagione è iniziata col botto, come hai detto prima poi hai sentito ti sei messa pressione, noi come stampa ti abbiamo probabilmente messo pressione, ma a mesi di distanza cosa pensi di aver imparato da questa esperienza?
“Ho imparato che non bisogna mollare mai e che bisogna credere in se stessi. Abbiamo lavorato molto bene e sono riuscita a lavorare bene anche quest’estate ed alla fine sono sicura che il lavoro pagherà. Rispetto alla pressione, sono più che altro io a mettermela addosso. Quando va bene una gara vuoi subito ripeterla, ma già pensarlo non porta a nulla di buono. Bisogna ritrovare subito la propria strada, concentrarsi sul proprio lavoro, avere la mente sgombra. Il difficile è quello, poi i media ed il resto fanno parte del nostro lavoro. In ogni caso la cosa più importante è che bisogna divertirsi nello sport. Quel secondo posto è stato inaspettato, sapevo che avrei potuto fare bene ma non così bene. Non sono nemmeno riuscita a realizzare cosa avevo fatto”.

A proposito del divertimento, come ti sei avvicinata al biathlon?
“All’inizio ho fatto discesa libera, poi però sono caduta e non ne ho più voluto saperne [risata]. I miei genitori hanno rivenduto tutto, gli sci, gli scarponi, tutto ed io ho deciso di voler fare fondo. Mi hanno lasciata provare e poi pian piano ho fatto anche i corsi di biathlon con la mia società e da lì ho capito che avevo intrapreso la strada giusta. Non ho più pensato agli altri sport ed eccoci qua”.

Sei mai tornata a provare gli sci da discesa?
“Diciamo che me la cavo [risata]. Tutta colpa di quella caduta! Però sì, a fine stagione di solito rimetto quegli sci”.

Ovviamente quel podio non si dimentica, ma quando gareggiate in staffetta sembra che qualcosa in più si accenda, che scatti qualcosa. La pressioni probabilmente si fa sentire, ma in staffetta andate forte tutte quante.
“È lo spirito di squadra che ci fa andare forte, quello è molto importante e ci fa andare forte, è ciò che ci ha permesso di vincere la staffetta di Hochfilzen, anche se in quel caso abbiamo senza pressioni, nessuno si aspettava nulla, chi l’avrebbe mai detto no? Quello è stato proprio il colmo, è stato bellissimo. Però lo spirito di squadra non nasce a comando, è qualcosa che si coltiva, cresce ed arriva da solo, e non solo noi che corriamo facciamo parte della squadra. Assieme a noi ci sono i tecnici, gli ski-men, i fisioterapisti”.

Abbiamo trovato il gruppo vincente?
“Sì, spero. Abbiamo già fatto vedere qualcosa e la stagione non è ancora finita. Mancano ancora tre settimane e tutto è possibile”.

E poi siete tutte giovani, avete ancora molti anni davanti a voi.
“Sì… giovani… diciamo che io non mi vedo proprio come una delle giovani di Coppa del mondo, basta pensare a Fraziska Preuss. Cavolo, son brave! Io alla loro età non sapevo nemmeno dov’ero. E non dimentichiamoci di Lisa Vittozzi, in generale abbiamo un bel futuro davanti a noi, possiamo stare tranquille”.

Anche all’Olimpiade giovanile di Lillehammer siamo andati bene…
“I giovani ci danno delle belle soddisfazioni, danno carica anche a noi che siamo in Coppa del mondo, che vediamo che vanno bene e fanno medaglie. Ma è tutto l’ambiente che è bello”.

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