[the_ad id=”10725″]
Era il 22 febbraio 2006, quando al PalaVela di Torino l’Italia scopriva per la prima volta un’esile ragazzina, poco più che 15enne. Staffetta femminile dello short track, la nazionale femminile conquista la medaglia di bronzo con Marta Capurso, Katia Zini, Mara Zini e lei, Arianna Fontana. Pochi giorni dopo quella piccola bionda, per molti ancora una semi-sconosciuta, conquista anche il sesto posto nella finale dei 1000 metri. Alla fine dei Giochi torinesi Arianna, divenuta la più giovane medagliata italiana di sempre alle Olimpiadi invernali, viene anche insignita del titolo di Cavaliere dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi.
Ci sono tanti atleti che nemmeno riescono ad avvicinare questi traguardi, ma per lei è solo l’inizio. Arianna cresce e lavora in silenzio, complice la poca attenzione che lo short track riceve in Italia quando non ci sono le Olimpiadi di mezzo. L’argento di Milano 2007 nei 500 metri è il primo di una lunga serie di podi mondiali, i titoli europei si sprecano e così si arriva a Vancouver 2010 dove Arianna scende sul ghiaccio forse per la prima volta con delle vere aspettative, probabilmente in primis da se stessa. La pressione è tanta, ma l’azzurra non tradisce e conquista il bronzo nei 500 metri: è la prima volta che un atleta italiano sale sul podio olimpico in una gara individuale dello short track.
Gli anni passano, la bambina del PalaVela lascia sempre più spazio alla donna e nel 2012 arriva un’altra pagina di storia da scrivere. Arianna, che nel frattempo si è confermata sia a livello di Europei che di Mondiali, conquista negli amati 500 metri la Coppa del Mondo, prima italiana di sempre a riuscire nell’impresa. L’obiettivo è ormai uno solo ed è chiaro: le Olimpiadi di Sochi 2014, le terze della sua carriera. La spedizione azzurra arriva in Russia contando molto sulle possibilità da medaglia di Arianna, che in un certo senso salva letteralmente l’Olimpiade italiana: storico argento nei 500 metri, bronzo nei 1500 metri e nella staffetta. Delle otto medaglie azzurre a Sochi, tre portano la firma di Arianna Fontana che viene infatti scelta come portabandiera alla cerimonia di chiusura.
Sembra quindi la perfetta chiusura di un cerchio la sua nomina a portabandiera per la cerimonia di apertura dei Giochi di PyeongChang 2018. Il prossimo 9 febbraio Arianna realizzerà “un sogno”, come da lei stessa definito pochi giorni fa. Un onore, quello di essere l’alfiere alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, che pochi atleti possono vantare nel proprio palmarès: qualcosa che va al di là della medaglia, del risultato agonistico. Un riconoscimento all’atleta (la più medagliata in attività per gli sport invernali in Italia) ma anche alla persona: la spedizione azzurra vedrà in testa il sorriso di questa ragazza 27enne, che ha dimostrato nel corso degli anni quanto i sacrifici e il duro lavoro possano portare a grandi traguardi, restando sulla cresta dell’onda con costanza per oltre dieci anni. Arianna non ha perso la spensieratezza della bambina del PalaVela e alla quarta Olimpiade, tricolore in mano, darà tutta se stessa per scrivere un’altra indimenticabile pagina di storia.