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Ipotizziamo che un giorno Claudio Lotito, presidente della Lazio, si svegli e comunichi via social network – con tanto di sorrisi e abbracci di circostanza – la sua intenzione di fondere la sua squadra con la Roma di James Pallotta. Immaginate lo scenario all’ombra del Colosseo? Bene. In Francia, dove il rugby è qualcosa che si avvicina molto di più al nostro calcio per come viene sentito dall’opinione pubblica, è successa una cosa molto simile.
Parigi, Café Procope, rive gauche della Senna. Qui ebbe luogo, il 13 dicembre 1883, la prima assemblea dello Stade Français, uno dei club storici del rugby francese. Ben 134 anni dopo, nei saloni dei Jardins de Bagatelle, Thomas Savare, il presidente della squadra che milita in Top-14 e che ha vinto i primi due campionati francesi, ha annunciato in una conferenza stampa di voler fondere il proprio club con il Racing 92, altra celebre formazione parigina, vincitrice degli ultimi due campionati francesi. Acerrima rivale dello Stade.
“Uniti si va avanti – ha detto Savare, insieme al presidente del Racing Jacky Lorenzetti – e non c’è una sola alternativa economica alla fusione. Se vogliamo restare al top, l’unica strada da seguire è questa”. La nuova “cosa” non ha ancora un nome, ma si sa che giocherà – a match alternati – negli stadi Jean Bouin e Arena (quelli delle due franchigie), che verrà allenata in coppia dagli attuali due coach dello Stade e del Racing e che le due rose verranno decisamente sfoltite.
“Oggi le due squadre hanno ciascuna 45 giocatori – hanno detto i due presidenti -, va da sé che non possiamo presentarci con 90 tesserati e che bisognerà fare delle scelte oculate”. Ciò significa che da un lato, lo Stade – che ha in Sergio Parisse il proprio capitano – e dall’altro il Racing – nelle cui fila gioca uno dei fuoriclasse assoluti del rugby mondiale, l’All Black Daniel Carter, saranno privati della loro originaria identità di gioco.
La decisione ha scatenato una rivolta generale, nei giocatori, nel tifo e nelle istituzioni. Lo Stade è in sciopero e i suoi giocatori si rifiutano di allenarsi; le quattro entità che compongono la franchigia – Le Virages des Dieux, Le tities de l’Ovalie, les Amis du Stade, Les Eclairs – hanno confermato la loro volontà di stoppare il progetto; persino gli avversari del Top-14 hanno deciso di manifestare la loro solidarietà scendendo in campo, nel prossimo turno, con un braccialetto rosa (come il colore della maglia dello Stade). E anche il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha voluto esprimere il proprio parere, definendo “deplorevole” l’idea di una fusione.
Oggi sono arrivate anche le prime parole di Sergio Parisse, capitano dell’Italia e dello Stade, ancora impegnato con la nazionale fino a sabato prossimo, quando verrà disputata l’ultima giornata del Sei Nazioni 2017. Parisse ha fatto sentire la sua voce tonante, sebbene via social network: “Hanno deciso a tavolino la morte del mio club – ha detto l’azzurro – e la cosa più sconcertante è che io e gli altri giocatori lo abbiamo appreso da Twitter. Ma non lasceremo niente di intentato, ve lo assicuro”.
En tant que capitaine du @SFParisRugby , j’ai appris de la mort de mon club par…twitter! On va rien lâcher…je vous assure! 💪🏼🌺 #notreclub
— sergio parisse (@sergioparisse) 15 marzo 2017
La fusione, lungi dall’essere ancora ufficiale, dovrà passare attraverso una serie di fasi. Domani, i rappresentanti della Lega rugby francese incontreranno i due presidenti, gli altri club, gli allenatori e i giocatori e solo dopo questa giornata cruciale si potrà capire qualcosa di più sull’operazione. Ad oggi, la fusione viene vissuta come un tentativo del Racing di inglobare e cannibalizzare lo Stade che, nel corso delle ultime stagioni, ha attraversato momenti poco floridi dal punto di vista economico. Ma c’è anche chi ha parlato – e da questo punto di vista alcune risposte del presidente Lorenzetti al quotidiano Le Parisien lo lasciano intendere chiaramente – di un ricatto del Qatar ai danni dello Stade Français: i ricchi emiri sarebbero stati pronti a mettere le mani sul club, così come hanno fatto con il PSG nel calcio e nella pallamano, falsando la concorrenza nel Top-14.
L’aria di Parigi, insomma, è sempre più tesa. I giocatori minacciano di non scendere in campo e, insieme ai tifosi, parlano di questa fusione come di “un colpo al cuore”. E intanto si va verso il 29 aprile. In quella data, allo stadio Jean-Bouin, ci sarà il derby stagionale tra lo Stade e il Racing, decisivo per le sorti del campionato. Potrebbe essere l’ultimo della serie, per una rivalità che affonda le sue radici nella storia della palla ovale e che rischia di essere annullata dal mero interesse economico. Quanto di più lontano dallo spirito del rugby.