Atletica

Rio 2016, atletica: Farah imbattibile, Semenya si conferma, Rohler lunghissimo

Mo Farah dopo la vittoria sui 5.000 a Rio - Foto Colombo FIDAL

Nell’ultima giornata di gare in pista per l’atletica leggera alle Olimpiadi di Rio non sono mancate le sorprese e le emozioni anche per i nostri colori. Se Usain Bolt è l’uomo copertina di questi Giochi, Mohammed Farah merita sicuramente una menzione di rilievo. Dopo il successo sui 10.000m il britannico è riuscito a portare a casa l’oro anche nei 5000m. Tra i tanti colori finalmente un po’ di azzurro con il quinto posto di Alessia Trost nell’alto e il sesto della nostra staffetta 4x400m donne.

La prima gara della serata è stata proprio l’alto femminile, di cui potete leggere la cronaca nel seguente articolo di Sportface.it.

Rio 2016, atletica: Alessia Trost 5a nell’alto, gara rovinata da progressione insensata

Altre emozioni tricolore le hanno date le ragazze della 4x400m che, pur sentendo la stanchezza nelle gambe, hanno portato a casa un buon sesto posto (3’27”05). Ecco l’altro articolo di Sportface.it che vi racconta la gara.

Rio 2016, atletica: sesta in finale l’Italia della 4×400

I 1500 metri avevano probabilmente nel keniano Kiprop il favorito della vigilia, che ha cominciato in coda al gruppo in una gara sin da subito estremamente tattica, che si è risolta negli ultimi metri con un volatone che ha visto a sorpresa l’affermazione dell’outsider Centrowicz (USA), comunque protagonista degli ultimi 400 metri condotti sempre in testa. Appena dietro l’americano, che ha chiuso col crono quasi femminile di 3’50” netti, l’algerino Makhloufi e il neozelandese Willis a chiudere il podio. Sorpreso in volata Kiprop, che si era presentato al secondo posto all’inizio del rettilineo, che ha chiuso solo in sesta posizione.

Tra le donne era anche il turno della specialità più veloce del mezzofondo, gli 800m, dove invece il pronostico è stato inevitabilmente rispettato. La sudafricana Semenya, in barba alle polemiche, ha ridicolizzato nel rettilineo le avversarie chiudendo ampiamente in spinta con un ottimo 1’55”28. A completare il podio dietro di lei le altre extraterrestri: Francine Niyonsaba del Burundi seconda e medaglia d’argento, Margaret Wambuy (Ken) medaglia di bronzo.

Tutto come previsto anche nei 5000m uomini, dove il britannico Mohammed Farah ha bissato il successo nella distanza doppia. La gara è stata caratterizzata nel primo chilometro da un ritmo frizzante, seguito da un brusco rallentamento che ha di fatto contribuito a mantenere compatto il gruppo. Con il suono della campana dell’ultimo giro il favorito ha lanciato la sua irresistibile azione, cui ha resistito solo Paul Chelimo (USA), battuto in volata con l’ennesimo tempo attorno ai 13’ (13’03”30). Qualche minuto dopo l’arrivo la giuria ha ridisegnato l’ordine d’arrivo, squalificando Chelimo e quindi consegnando la medaglia d’argento all’etiope Gebrhiwet (13’04”35), il bronzo aveva invece un sapore vintage con il 41enne Bernard Lagat (13’06”78) che così chiude (probabilmente) in maniera trionfale la sua carriera olimpica. Il pasticcio della giuria si è poi concretizzato poche ore dopo: le squalifiche di Chelimo e del canadese Ahmed sono state cancellate ed hanno così ridato l’argento a Chelimo, togliendo il bronzo a Lagat.

Ultime medaglie dei lanci sono state infine quelle del giavellotto maschile, dove il successo è arriso al tedesco Thomas Rohler che al quinto lancio ha avvicinato il record olimpico con la misura di 90.30m. Sorprendente il resto del podio, almeno per le nazioni degli atleti non certo appartenenti alla migliore tradizione di questa specialità: secondo il keniano Yego, che dopo aver subito messo a segno la grande misura (88.24m) si è infortunato alla caviglia e ha dovuto tirare i remi in barca, medaglia di bronzo l’atleta di Trinidad & Tobago Walcott con 85.38m.

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