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Basket Nba, Tim Duncan si ritira

Tim Duncan - Foto Keith Allison CC BY-SA 3.0

A San Antonio è prima mattina, ma non è una mattina come tutte le altre. Tim Duncan, pilastro dei San Antonio Spurs ha deciso di ritirarsi (QUI IL TRIBUTO DEGLI SPURS)

Il quarantenne americano ha deciso di dire basta dopo diciannove stagioni, cinque anelli e tre titoli MVP conquistati sotto la guida del mitico Greg Popovich. A dare l’annuncio non è lui stesso in persona, ma l’account twitter dei San Antonio Spurs. Un annuncio che di certo getta nello sconforto tutti gli appassionati di basket Nba.

Andare su Wikipedia, leggere che Timothy Theodore Duncan é un ex giocatore di pallacanestro non può non fare male, scorrere la bacheca Facebook e scoprire che quello appena visto sull’enciclopedia libera non è uno scherzo, è un colpo al cuore.

40 anni compiuti ad Aprile, 5 anelli vinti, 1392 partite, 26496 punti, 241 partite di post season giocate: solo questi numeri, queste cifre riuscirebbero a far battere il cuore anche alla persona più impassibile del pianeta, se a questi aggiungiamo che tutto questo, tutta la sua carriera é stata targata San Antonio Spurs, trattenere i brividi diventa una cosa piuttosto ostica e complicata oggi.

Duncan ha deciso così, il prossimo anno non sarà più un giocatore della Lega sportiva più seguita del mondo. Uno dei personaggi, dei volti più noti e più famosi dell’NBA, nello stesso anno del ritiro di Kobe Bryant lascia la pallacanestro giocata. Arrivò a San Antonio nel 1997, aveva 19 anni, fu scelto alla prima chiamata, il 25 Giugno del 1997 per la prima volta nella storia il nome “Duncan” fu associato a “Spurs”.

Questo binomio inizia ad avere successo sin dalle prime apparizioni, gli anni passano, quel ragazzo fa subito bene, tanto bene, si guadagna il rispetto sul parquet e fuori da tutti gli addetti ai lavori.  Vince 5 volte il Larry O’Brien Championship Trophy, l’ultimo, quello del 2014 che tutti abbiamo ancora impresso in testa, lo alza a 38 anni mettendo a tacere chi lo descriveva come un giocatore che ormai aveva dato tutto quello che aveva da offrire.

Fa sognare due generazioni e proprio mentre stava iniziando, negli ultimi anni, a farne sognare una terza, l’eterno ragazzo, nato a Christiansted, oggi ha detto “Stop”. Il mondo della pallacanestro può solamente ringraziarlo per l’apporto dato a questo gioco, all’intero movimento e nonostante la “nostalgia” può mostrare il sorriso proprio come lui raramente ci ha fatto vedere in campo.

 

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