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Scherma, Rossella Gregorio: “A Rio emozioni uniche, non vedo l’ora di viverle”

Rossella Gregorio - Foto Bizzi/Federscherma

Rio 2016 sarà la prima Olimpiade da atleta per Rossella Gregorio, salernitana, 26 anni fra qualche settimana, sciabolatrice azzurra dell’Arma dei Carabinieri che si è raccontata ai microfoni di Sportface.it. Lo spirito e le sensazioni di un’Olimpiade non le sono del tutto sconosciute, visto che a Pechino 2008 fu convocata come sparring partner della Nazionale di allora.

Attualmente è la prima azzurra nel ranking mondiale di sciabola, al numero 15, e al suo attivo ha finora tre medaglie di bronzo all’Europeo (due individuali, a Strasburgo 2014 e Montreux 2015, e una a squadre a Zagabria 2013) ed è stata campionessa italiana lo scorso anno a Torino. A Rio sarà protagonista in entrambe le prove in calendario, l’individuale e a squadre.

Rossella, iniziamo dalla fine. All’Europeo di Torun non è andata come ti aspettavi?
“Sì, sicuramente la gara è stata sotto le aspettative. All’individuale venivo da tre Europei dove avevo fatto podio, però allo stesso tempo sapevo che sarebbe stata una gara particolare: il livello è molto alto e spesso il tabellone può fare la differenza, il mio canale già in partenza non era semplice e infatti ho incrociato presto Velikaya, che sulla carta era favorita e in più era in gran forma. Dispiace per il risultato, ma l’avversaria poi è stata la più forte in gara. Quanto alla prova a squadre la Francia è una squadra molto ostica, sapevamo che non tirando noi al massimo ci potevamo perdere: sono atlete molto solide, in più a Torun sono state una squadra compatta”.

Proprio la Francia può essere un riferimento adatto alla nostra squadra?
“Sì, assolutamente. Non hanno fuoriclasse come altre nazionali, però sono capaci di rendere al meglio nell’insieme dell’assalto. E in più sono capaci di grande continuità”.

Rio 2016 ovvero la prima Olimpiade da protagonista. Come la immagini?
“A Pechino ho vissuto accanto alle ragazze che allora si erano qualificate. Questa volta è chiaro che da protagonista sarà diverso, sinceramente sto cercando di prepararla al meglio possibile: me la sono guadagnata ma non avendo medaglie olimpiche alle spalle come altri atleti non avrò molto da perdere e quindi mi potrò giocare tutte le carte. Per il resto prevedo che saranno tutte grandi emozioni, da questo punto di vista non vedo l’ora di viverla”.

L’Olimpiade è…
“È il coronamento del sogno di ogni atleta dal momento in cui inizia a fare sport da bambino. Non tutti hanno la fortuna di viverla, è una vetta davvero alta. Ne ho viste tante di edizioni in TV o a Pechino da sparring, per questo ora che sarò fra le protagoniste la voglio vivere in modo positivo, tanto già so che saranno emozioni uniche fin dall’impatto”.

Con tutti gli scongiuri possibili: a Rio vinci una medaglia all’individuale. La prima cosa che fai?
“Qui forse una risposta è impossibile da dare: a quel momento ci pensi sempre, ma poi quando ti chiedi cosa faresti una risposta vera non ce l’hai. Ora come ora, potrei fare qualsiasi cosa, ma con ogni probabilità credo che andrei di corsa verso coloro che mi sono stati vicini in tutti questi anni, a cominciare dalla mia famiglia e dai miei genitori, amici e allenatori”.

Veniamo alla prova a squadre. Domanda secca: l’Italia è da podio? E se sì, perché?
“Secondo me a tutti gli effetti siamo una squadra da podio: a parte la Russia che davvero ha un valore aggiunto in tutte le atlete che schiera, le altre squadre hanno sì alcune atlete molto affermate, ma nella prova a squadre bisogna saper essere solide tutte insieme e nello stesso momento. Purtroppo a noi finora questa caratteristica è mancata spesso, è raro arrivare tutte quante al 100 per cento. Il lavoro non manca, i risultati non mancano, per questo io ci credo. Il percorso di qualifica è stato difficile, il nostro obiettivo fino a febbraio era soltanto quello di chiuderla, in più avevamo anche l’esempio della spada femminile, che ha fatto tanti podi ma alla fine non ce l’ha fatta. Ora stiamo cercando quella solidità che prima non abbiamo avuto tempo e modo di trovare”.

Molti atleti sono scaramantici o hanno manie particolari. Nel tuo caso come ti comporti?
“Personalmente non ho particolari superstizioni, e capisco che può sembrare strano visto che sono campana e dalle nostre parti più o meno qualche mania in questo senso l’abbiamo un po’ tutti… (ride) ma più che altro sono abitudinaria: ho i miei tempi, mi piace gestire le cose a modo mio, con uno schema fisso quando preparo le gare, sia l’individuale che a squadre. L’unica cosa a cui davvero faccio attenzione sono le scarpe, per il mio modo di tirare sono fondamentali e per questo le divido tra le “scarpe da gara”, che non devono mai essere nuove, e le “scarpe da allenamento”.

A Rio seguirai altri sport?
“Mi piacerebbe molto l’atletica, soprattutto le gare che nessuno vuol perdere, anche da casa: i 100 metri, ad esempio, o i 200. Il mio preparatore poi lavora anche nella pallavolo e nel beach volley, quest’ultimo indirettamente lo seguo, e poterlo vedere sulle spiagge di Rio sarebbe bellissimo”.

L’Olimpiade è il palcoscenico di tutti gli sport. C’è un campione o una campionessa di un’altra disciplina a cui vorresti chiedere l’autografo o una foto insieme?
“Di base sono una persona timida, quindi avrei anche parecchia difficoltà a farlo, comunque se dovessi vincere le mie difficoltà chiederei l’autografo a Usain Bolt: lui è stato l’atleta che in assoluto mi ha più colpito in tutti questi anni, soprattutto per l’idea che nonostante tutte le vittorie e il talento fuori dal comune sembra essere rimasto uno come tanti. Ora purtroppo si è fatto male, spero che riesca a recuperare per esserci a Rio! In seconda battuta credo che potrei scegliere uno dei tennisti: Federer, Nadal o Djokovic sono dei campioni assoluti, e un esempio per tutti noi altri”.

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