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Simone Biles, Naomi Osaka ma non solo. L’Olimpiade di Tokyo 2020 sta offrendo diversi spunti sulla preparazione mentale (oltre che fisica) per uno sportivo. E a questo proposito ha dell’incredibile la storia di Arley Mendez, pesista cileno ex campione del mondo che ha deciso di ritirarsi dalle competizioni dopo i Giochi, disputati solamente grazie a un appello vinto. Sì, perché Mendez l’aveva combinata davvero grossa. A Cali, dove si trovava per un torneo di qualificazione olimpica, fumò marijuana alle porte di un controllo antidoping. La squalifica è terminata il 28 luglio 2021, appena in tempo per permettergli di partecipare alla gara della categoria 81kg, conclusa con un desolante ultimo posto. E poi la decisione del ritiro. “Non voglio più sollevare pesi, lo sport mi fa male, ho dolore e depressione – le sue parole – Stavo per smettere tanto tempo fa ma avevo da sfamare una famiglia. Cannabis? Quale atleta fa una cosa del genere a 48 ore dal controllo? Volevo andare all’inferno, ma mi fa male: questa è la mia vita”, il suo monito che scuote ancora il mondo dello sport.
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