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Da Monaco al Canada, da Monte Carlo a Montreal: il diario di bordo del Mondiale 2017 di Formula 1.
KING LEWIS. Dopo l’incolore prova di Monte Carlo, Hamilton tenterà di tornare alla vittoria. Il tracciato di Montréal sembra il posto giusto per il britannico, che in Canada si esalta: sono ben 5 le vittorie su 10 gare disputate, nessuno dei piloti in attività è al suo livello. E sarebbero potute essere 6 se la sua Mercedes non l’avesse tradito mentre era saldamente al comando. Inoltre a Montréal ha ottenuto la prima pole position e la prima vittoria della sua carriera al volante della McLaren, nel 2007. Insomma, è la sua pista. Vedremo le performance della Mercedes, in un circuito completamente diverso da Monaco.
FERRARI, 13 ANNI AMARI. Dopo aver sfatato il tabù Monaco, pista sulla quale non vinceva da maggior tempo (era il 2001), Ferrari cercherà di replicare a Montréal, dove la vittoria latita dal 2004 ed è ora qui, insieme al Giappone (e senza considerare Austria e Messico, rimaste fuori diversi anni dal calendario iridato), che manca un trionfo rosso da più stagioni. La conformazione della pista è da stop&go, ossia è caratterizzata da lunghi rettilinei e brusche frenate. Conteranno quindi molto trazione e motore, punti in cui la Ferrari va forte, ma anche Mercedes – soprattutto riguardo il propulsore – si difende. Vettel farà di tutto per allungare ulteriormente su Hamilton in classifica, forte di una vettura molto veloce e ben bilanciata. Dopo l’assenza di performance per la casa di Stoccarda a Monaco, si prospetta un ritorno del duello ravvicinato Ferrari-Mercedes.
CHI CERCA CONFERME. Dopo l’ottima pole position ottenuta a Monaco e l’autorevolezza con cui ha condotto la prima parte di gara, Raikkonen vuole confermare il suo ottimo momento in Canada. Il finlandese ha vinto a Montréal una volta sola, nel 2005, al volante della McLaren, poi non è nemmeno più riuscito a salire sul podio, cosa che avrebbe potuto fare probabilmente nel 2008 se non fosse stato centrato all’uscita della pit-lane da Hamilton nel più classico dei tamponamenti stradali che causò il ritiro per entrambi. Red Bull ha mostrato un ottimo passo a Monaco: con la strategia Ricciardo è riuscito a mettere Bottas alle proprie spalle e in qualche frangente è riuscito anche a tenere il passo del dominatore Vettel, mentre Verstappen non è riuscito a trovare il sorpasso ai danni della Mercedes #77 nonostante fosse più veloce. Gli austriaci tenteranno di dimostrare che Monaco non è stato un fuoco di paglia. Si è sicuramente migliorata, ma vedremo se replicherà anch’essa il livello di Monaco, McLaren. A livello prestazionale la vettura si è avvicinata molto al centro del gruppo già a Barcellona, con Alonso in Q3, mentre a Montecarlo sia Vandoorne che Button sono entrati nell’ultima sessione di qualifica. Ma, se a Barcellona un errore del belga e la sfortuna dello spagnolo in partenza non hanno consentito di giungere al risultato, a Monaco sono mancati clamorosamente, in gara, i piloti, con Button che ha cercato di “decapitare” Wehrlein al Portier prima dell’ingresso del tunnel e con Vandoorne autore di un frontale contro il muro alla Santa Devota nel tentativo di resistere a Pérez. Se Honda dovesse riuscire a fare un buon lavoro e sistemare definitivamente l’affidabilità – che comunque sta sempre più migliorando, con la vettura arancione che finalmente riesce ad arrivare al traguardo piloti permettendo, ma sarebbe parecchio difficile fare peggio – forse McLaren si potrà trovare in zona Hulkenberg-Toro Rosso-Williams a livello di performance e battagliare finalmente per i punti.
EMOZIONI CANADESI. Molto raramente si è assistito a edizioni noiose del Gran Premio del Canada, se c’è una gara da seguire anche per un non appassionato è questa. I muretti così vicini alla pista causano spesso ingressi della Safety Car. Si ricorda, ad esempio, l’incidente clamoroso di Kubica nel 2007 seguito poi, come esistesse il karma, dalla sua vittoria l’anno successivo, corsa condizionata dal già citato incidente ai box tra Hamilton e Raikkonen che hanno spianato la strada alla doppietta per BMW. Ha regalato emozioni anche il muro dei campioni, l’ultima chicane, così nominato perché diversi campioni del mondo – Jacques Villeneuve, Hill, Michael Schumacher, ma anche Vettel nelle libere di qualche anno fa – ci hanno sbattuto. L’edizione 2011 fu la gara più lunga della storia della Formula 1, ben 4 ore e mezzo e fu caratterizzata dalla pioggia torrenziale che si abbatté sulla capitale del Québec. Vinse Button su McLaren – dopo una gara per lui tribolata (incidente con Hamilton, incidente con Alonso, penalità ) che a metà Gran Premio lo vedeva desolatamente ultimo – sorpassando Vettel su Red Bull all’ultimo giro. Con un brutto incidente in curva 1 all’ultimo giro tra Massa e Pérez, invece, si concluse l’edizione 2014, con la prima vittoria per Ricciardo. E attenzione anche agli animali: nel 2007 Davidson su Super Aguri fu costretto a una sosta supplementare ai box che lo estromise da zone nobili della classifica dopo aver investito una marmotta che gli frantumò parte dell’ala anteriore.
Muretti, safety car, sorpassi al limite, animali, rischio pioggia sempre presente, il Canada non delude mai.