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Bebe Vio – voto 10 e lode
Al suo libro ha messo il titolo ‘Mi hanno regalato un sogno’. Bugia. Ma quale regalo? I trionfi di Bebe sono frutto di un carattere pazzesco, una forza di volontà che disorienta i comuni mortali. Domina classifiche, gare manifestazioni, campionati, si prende una medaglia d’oro e una di bronzo alle Paralimpiadi e si fa un selfie con Obama. What else?
Claudio Ranieri – voto 10
Il perdente di successo che compie il capolavoro. Inatteso e forse irripetibile, come tutte le cose più belle. Ha preso una normalissima squadra, il Leicester, e l’ha portata in trionfo nella Premier League. Un sogno, una favola, un miracolo: chiamatelo come volete. Di sicuro lui non è più un perdente.
Gregorio Paltrinieri – voto 9
Lo sapevamo tutti che quell’oro a Rio era già suo. Poi il suo avversario numero uno, il cinese Sun Yang, che addirittura fallisce l’ingresso in finale. A Greg, padrone incontrastato dei 1500, non resta altro da fare che nuotare, controllare Jaeger, festeggiare sul podio con il grandissimo bronzo di Gabriele Detti.
Niccolò Campriani – voto 8
Due ori alle Olimpiadi in uno sport che ti toglie il respiro, letteralmente. Stress, concentrazione, ansia, precisione. L’ingegnere fiorentino bissa il trionfo di Londra e rilancia nella carabina 10 metri, grazie anche alla fortuna che fa sbagliare il rivale Kamensky.
Tania Cagnotto – voto 7
Non quel che comincia ma quel che persevera. E di lei si può proprio dire. Cinque olimpiadi cinque per raggiungere il sogno quattro anni dopo aver toccato l’incubo. L’argento olimpico con Francesca Dallapè nei tuffi tre metri sincro è un sospiro di sollievo grande così: per lei ma anche per noi davanti alla tv a fare il tifo. Talmente bello che Tania ci prende gusto e arriva pure il bronzo individuale. C’è tutto nel suo anno da favola, anche il matrimonio.
Federica Pellegrini – voto 6
Un 2016 per cui firmerebbe mille volte. Iniziato con l’oro europeo a Londra, finito con l’oro mondiale in vasca corta a Windsor, l’unica medaglia che le mancava. Ma in mezzo c’è la delusione che le cambia la vita: solo un quarto posto nei suoi adorati 200 stile in un’Olimpiade che la vede sfilare come portabandiera azzurra. Lacrime, rabbia, voglia di mollare tutto e tutti. Poche settimane e la Divina torna in vasca. Obiettivo Tokyo?
Frank Chamizo – voto 5
Campione mondiale ed europeo in carica, argento ai Giochi continentali di Baku. Poi la delusione di bronzo a Rio e quell’espressione spenta, con le lacrime trattenute a fatica. Lui ce l’ha messa tutta, ha lottato contro i problemi a un gomito, discutibili decisioni dei giudici e pure, lo abbiamo scoperto solo poche settimane fa, l’ombra del doping attorno all’atzero Asgarov, che lo sconfisse in semifinale. Non poteva fare di più.
Arianna Errigo e la scherma femminile- voto 4
Da lei doveva arrivare una delle sicure medaglie del fioretto femminile, quello che nel 2012 aveva vestito completamente di azzurro il podio olimpico di Londra. Invece bastano pochi assalti per capire che stavolta ci si ferma molto prima. Parziale delusione (se così si può dire) per l’argento di Elisa Di Francisca ancora nel fioretto e quello nella spada di Rossella Fiamingo: evidentemente ci avevano abituato troppo bene.
Pellè e Zaza – voto 3
Imbarazzanti, presuntuosi, ridicoli. Cercate i loro nomi su google e sarete travolti da una pioggia di aggettivi (e anche insulti) che rendono bene l’idea di cosa hanno combinato i nostri eroi nella notte di Germania-Italia agli Europei di calcio. Uno che fa lo ‘scavetto’, l’altro che zompetta prendendo la rincorsa: due rigori ciccati e ciao ciao azzurri. A testa bassa arrivano le scuse, ma il danno è fatto. Contro i tedeschi si poteva uscire a testa alta e invece della spedizione di Conte ricordiamo solo questo.
Italbasket – voto 2
Si gioca in casa, ci sono Belinelli, Gallinari, Bargnani, Datome e Hackett. Il biglietto per Rio sta lì, basta allungare la mano, e invece tutto va perduto. Fuori dai Giochi. La batosta più difficile da assorbire negli ultimi anni per gli azzurri del basket si consuma nel torneo preolimpico di Torino agli inizi di luglio, di fronte a una Croazia che davanti alla nostra generazione di fenomeni concede i supplementari ma poi tira fuori la cattiveria. E vince. Il tabellone dice 84 a 78 per loro e l’Italia resta a casa.
Schwazer – voto 1
Dall’inferno al paradiso e ritorno. Ultima fermata. Alex seduto da solo al bar di Rio mentre guarda i Giochi in tv è l’immagine simbolo del suo 2016: 4 anni da reietto, la rinascita con la vittoria di maggio ai Mondiali di Roma, poi di nuovo il buco nero del doping. Vero? Falso? Complotto? Niente è ancora certo, tranne il suo proclamarsi innocente e la sua squalifica a vita richiesta alla vigilia della gara brasiliana. Tra ricorsi e test del dna, per le aule dei tribunali c’e’ ancora tempo. Per lo sport, invece, è ergastolo. La favola (o la commedia, per chi non gli ha mai creduto) è finita.
Ferrari – voto 0
Zero come i Gran Premi vinti nella stagione più misera degli ultimi venti anni. E pensare che a febbraio c’era chi dava il Cavallino appaiato alla Mercedes… E il presidente Marchionne assicurava che per la lotta al mondiale le Rosse erano in prima fila. Ma a motori accesi e’ un’altra storia e poco conta che ad agosto il reparto tecnico sia stato rivoluzionato. Si finisce terzi, dietro anche alla Red Bull.