Ciclismo

Giro d’Italia 2019, il trionfo di Carapaz. Nibali, l’orgoglio non basta ma è un podio che vale

Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) - Foto filip bossuyt - CC-BY-2.0

Il Giro d’Italia 2019 è ormai nelle mani di Richard Carapaz. Questo è il verdetto emerso dalla ventesima tappa, il tappone dolomitico che con la scalata alla Cima Coppi “di riserva” del Manghen e l’arrivo sul Monte Avena ha chiuso le salite di questa edizione. Un successo storico, che attende solo la quasi certa formalità della cronometro di Verona per passare agli annali come il primo storico trionfo di un corridore dell’Ecuador.

Niente da fare quindi per Vincenzo Nibali, a cui non riesce l’impresa del 2016 quando riuscì a ribaltare il Giro in extremis. Ennesima prova di orgoglio dello “Squalo”, che soffre sul Manghen ma poi ci prova nel finale quantomeno per la vittoria parziale. Con il senno di poi Nibali e anche Roglic pagano a caro prezzo la tappa di Courmayeur, dove Carapaz si è preso la maglia rosa e soprattutto un cospicuo tesoretto di secondi preziosi. Dalle scelte tattiche sbagliate a squadre non certo attrezzate come la Movistar, varie possono essere le letture per quella frazione che adesso sembra aver avuto un peso specifico enorme nell’economia del Giro. L’impressione è comunque che non Dumoulin e Bernal in corsa e non a casa tra cadute e fratture, il dominio della Movistar non sarebbe stato così netto. In ogni caso per Nibali, dopo la traumatica uscita di scena al Tour dello scorso anno, arriva un podio che a 34 anni suonati vale molto e lascia ancora ben sperare per il futuro. Conoscendo però il fuoriclasse siciliano, un po’ di amaro in bocca ci sarà.

Sale al terzo gradino del podio uno straordinario Mikel Landa, che per l’ennesima volta in carriera si conferma straripante in versione “gregario di lusso”. Supportato da una condizione davvero notevole, lo spagnolo ha scortato in lungo e in largo Carapaz e domani si giocherà la possibilità di un podio pesantissimo visto il suo ruolo all’interno della squadra nell’ultima settimana. A portarglielo via potrebbe essere Primoz Roglic, il dominatore della prima settimana che come da pronostico non è riuscito a mantenere fino in fondo quello stato di grazia già emerso (forse troppo precocemente) al Giro di Romandia.

La menzione speciale di oggi, oltre al vincitore di tappa Pello Bilbao, va soprattutto a Giulio Ciccone. Ennesima tappa super della maglia azzurra di questo Giro, l’abruzzese è ormai una certezza in salita. Deve lavorare ancora molto, ma l’Italia potrebbe puntare su di lui per essere di nuovo protagonista nei Grandi Giri a livello di classifica generale nel medio termine. Menzione speciale anche per uno sfortunatissimo Miguel Angel Lopez, che in queste ultime tappe ha trovato il colpo di pedale giusto ma anche un tifoso a dir poco stupido che lo ha fatto finire a terra. Comprensibili gli schiaffi di Lopez all’idiota di turno, individui che purtroppo ogni tanto salgono agli onori delle cronache sulle strade del ciclismo.

 

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