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Al termine di un’assemblea abbastanza tesa, arriva la decisione da parte della Lega Serie A per accogliere le richieste informali del premier Draghi. Alla fine, vince la linea della prudenza e del buonsenso, dunque si continua a giocare ma lo si fa con un numero di spettatori allo stadio fortemente ridotto: si passa dal 50% della capienza del singolo impianto a soli 5.000 tifosi ammessi nelle giornate (per il momento) del 16 e del 23 gennaio, vale a dire la ventiduesima e la ventitreesima di campionato. La regola è in vigore fino al 5 febbraio, ma dal 24 al 5 febbraio c’è la pausa per le nazionali.
Questo vuol dire che, per esempio, big match come Atalanta-Inter e Milan-Juventus saranno visibili dal vivo soltanto a una fetta ridotta di tifosi, una pesante restrizione che però evita di dover fermare il campionato. Le società hanno deciso che, pur perdendo così diversi introiti dagli incassi, sia l’unico modo possibile per finire la stagione senza doversi fermare. Otto giorni in cui, dunque, vedremo gli stadi di nuovo semivuoti nonostante vaccini e super green pass. La variante Omicron imperversa e si torna così a chiudere. Le partite di domenica 9 gennaio, i tre match di Coppa Italia del 12 e 13 gennaio e la Supercoppa Italiana del 12 tra Inter e Juventus restano al 50% della capienza massima degli stadi.
Di seguito le partite interessate dal provvedimento: Juventus-Udinese, Salernitana – Lazio, Sampdoria – Torino, Atalanta – Inter, Bologna – Napoli, Roma – Cagliari, Sassuolo – Verona, Venezia – Empoli, Fiorentina – Genoa, Milan-Spezia, tutte della ventiduesima giornata, quindi cinque ottavi di Coppa Italia del 18-19-20 gennaio, Hellas Verona-Bologna, Genoa-Udinese, Inter-Venezia, Lazio-Atalanta, Cagliari-Fiorentina, Napoli-Salernitana, Spezia-Sampdoria, Torino-Sassuolo, Empoli-Roma, Milan-Juventus, tutte della ventitreesima giornata.
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